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Libero

Ogni vino vale alla festa di Bacco ... A Venezia una fonte zampilla rosso per il simposio delle maschere. Come ai tempi delle sagre dionisiache ... Un brindisi collettivo di 10.000 maschere alla “fontana del vino” sulle arie più famose della lirica italiana dedicate a Bacco: ecco come si è aperto il Carnevale di Venezia, che rispolvera l’antica usanza dell’“ombra del Campanil”, che voleva i mescitori di vino spostare il proprio banchetto all’ombra del Campanile di San Marco per tener fresca la preziosa bevanda. Colto e popolare assieme, il Carnevale più famoso d’Italia ha contaminato anche le tradizioni di altre città simbolo della festa nell’entroterra: tanto che, il Venerdì Gnocolar (17 febbraio), momento principe dell’antichissimo Carnevale di Verona, i fasti di quello veneziano saranno rievocati dalla cantina Allegrini, a Villa della Torre, gioiello storico-architettonico del Cinquecento, a Fumane della Valpolicella (www.villadellatorre.it). Sull’onda di una tradizione che ha origini antichissime, nelle dionisiache greche e nei saturnali romani, testimoni illustri come Lorenzo il Magnifico e il suo celebre canto carnascialesco “Trionfo di Bacco e Arianna”o i tanti famosi pittori che hanno raffigurato il Dio del vino nelle loro opere, il connubio tra Bacco e il Carnevale si perde nella notte dei tempi, e nel periodo di festa tra l’Epifania e il digiuno quaresimale, che culmina nei giorni “grassi”, dal giovedì al martedì prima delle Ceneri, ancora oggi sono tanti gli esempi in cui nel Belpaese il mondo del vino è protagonista, accanto a gnocchi, frittelle, cenci, frappe e bugie. Restando in Veneto, a “Bacco e Arianna” è dedicato il Carnevale di Bardolino (18-21 febbraio;www.bardolinotop.it), che dà nome al vino, mentre, dal 17 al 21 febbraio, c’è il Carnevalon de l’Alpon, a Montefortorte d’Alpone, tra i vigneti del Soave che bagna i tipici gnocchi fritti di pomodoro, zucchero e cannella (www.stradadelvinosoave.com). In Toscana, tra gli eventi collaterali del famoso Carnevale di Viareggio, c’è anche “Il Piatto di Carnevale”, con show cooking di chef e corsi di cucina tra una sfilata e l’altra (14-16 febbraio;www.viareggio.ilcarnevale.com), ed a “Bacco in maschera”, il Carnevale di Piombino, i protagonisti sono i vini della Costa degli Etruschi, della Val di Cornia e Suvereto, e con “Metti una sera a cena con gli Etruschi” si riscopre come veniva imbandita una tavola dei nobili etruschi (12, 19 e 21 febbraio;www.carnevale.prolocopiombino.it). Sempre in Toscana, al Carnevale di Foiano della Chiana, tra i più antichi d’Italia (www.carnevaledifoiano.it), fino al 26 febbraio e al falò di Re Giocondo, si brinda con le etichette del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e dell’Enoteca Italiana. In Piemonte, altro importante territorio del vino, di scena c’è “Carlevè: dai faseuj grass a polenta e mërluss”, la mostra sul “mangiare” di Carnevale che accompagna lo storico Carnevale di Ivrea (fino al 21 febbraio;www.storicocarnevaleivrea.it). Da Nord a Sud. In Puglia, come non segnalare, il Carnevale di Putignano in Puglia, con i tanti laboratori di educazione alimentare Slow Food (16 febbraio,www.carnevalediputignano.it). E se a Carnevale ogni scherzo vale, l’unico patto è, che non si scherzi sul bere bene.

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