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Libero

Marco Caprai ... “Creatività e territorio per vincere” ... La lancerà al Vinitaly, è la nuova collezione di braccialetti glamour realizzati in pizzo macramé dalla griffe di famiglia Cruciani. La collezione si chiama “I colori del Sagrantino” e si sussurra che ci sarà una special edition dedicata a Belen. Marco Caprai in questi anni ha predicato la “green devolution”, la viticoltura sostenibile, la necessità di valorizzare vitigni autoctoni e territori e ora si lancia sul fashion. Un revirement? “Ma neanche per idea, è semmai il legare in una stessa linea di creatività due gioielli della nostra cultura: il vino e la moda. Per dirla con Sakespeare sono valori aggiunti immateriali fatti della stessa sostanza dei sogni. Ma che però si generano attraverso un percorso progettuale e un lavoro che è l’esaltazione dei nostri valori più veri: quelli culturali”. Ed è questa secondo Marco Caprai, il vignaiolo che ha portato al successo mondiale il Sagrantino di Montefalco tanto che il suo “Sagrantino 25 anni” è tra i top 100 di Wine Spectator e che sul New York Times Helen Cooper ha scritto: “Quel vino è un gioiello da scoprire”, la sfida che va lanciata sul mercato mondiale in un momento di particolare crisi. “È vero che vendiamo bene all’estero anche se la redditività è bassa, ma è anche vero che i segnali di questo inizio d’anno sono di rallentamento del ciclo economico, per non dire del mercato interno che è in profonda fase recessiva. Dobbiamo avere il coraggio di operare su due versanti: da una parte l’esaltazione del valore agricolo e il far comprendere che dalla terra può venire un nuovo modello di sviluppo sostenibile, dall’altro avere il coraggio di operare delle semplificazioni”. In che senso? “Beh se penso all’Umbria vorrei che ci fosse una sola Doc della regione perché sul mercato globale dobbiamo puntare sulla specificità degli autoctoni di qualità come il Sagrantino, ma anche sulla loro immediata riconoscibilità. Il nostro sistema enologico è troppo frammentato, troppo farraginoso. La difesa e l’esaltazione della territorialità si realizza non con il proliferare delle denominazioni, ma con la qualità del vino. Poi ovviamente c’è il modo attraverso le sottozone di identificare i diversi territori. La stessa semplificazione va operata per quel che riguarda la gestione delle imprese. Bisogna essere più dinamici per stare al passo dell’evoluzione dei mercati, del consumo e del contesto economico”.
Perché le prospettive, secondo Caprai, sono di un “mercato sempre più selettivo dove si vince se si punta sui valori aggiunti che sono da una parte il rispetto della natura e dall’altra la valorizzazione della cultura”. Come dire: la ricetta del Sagrantino perfetto? “Come dire le potenzialità che ha il Sagrantino come espressione di un’agricoltura evoluta e che ritrova protagonismo economico. Ben sapendo che il nostro orizzonte futuro continua a essere il mercato globale e l’espansione dell’export. Anche se bisogna rifuggire dalla tentazione di sottovalutare il mercato interno che resta il luogo della nostra identità”.

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