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Libero

Nero d’Avola, Nerello e Carricante fra moda e tradizione ... Sicilia oggi è un brand conclamato in
tutto il mondo; dire Sicilia significa: arte, cultura, letteratura, moda, enogastronomia. Enologicamente si è prima identificata con il Marsala, il passito di Zibbibbo e il fenomeno Nero d’Avola. Oggi c’è una riscoperta di una zona bellissima, quella alle pendici dell’Etna, e una attenzione tutta particolare per i suoi vini: Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Frappato per i rossi autoctoni e per i bianchi il Carricante. Terre di origine vulcanica, ciottolosa, ghiaiosa e campi sabbiosi e ancor meglio cinerei queste uve danno il massimo in corpo e identità e un bouquet che gode di quella meravigliosa escursione termica che fra notte e dì raggiunge quasi i 30 gradi di differenza. I bianchi ammaliano con freschezza, salinità e mineralità, nouances che si ritrovano anche nei rossi che si distinguono in più per complessità e profondità, regalandoci finali dalle note amaricanti scaturigine di quei terreni lavici che imprimono queste caratteristiche uniche. Oggi questi vini sono prepotentemente di moda, ma non ne sono affatto contrariata. Questa non è infatti una moda effimera. Le ragioni stanno nel fatto che è l’affermazione di un territorio che è dalla fine degli anni ’60 che ha la sua carta d’identità nella Doc Etna. Ci sono voluti anni, fenomeni, lavorazioni e ricerche per far parlare così fortemente di un vino che ci riporta alle origini, con la sua franchezza, identità e particolarità. La dantesca Sicilia terra del fuoco la ritroviamo in questi bicchieri!

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