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Allegrini 2024

Libero

Unica difesa la massima qualità ... Le cantine alle prese con la sindrome cinese ... Più che raddoppiato il nostro export nell’ex Celeste impero ma i produttori locali protestano: “L’Europa ci invade” ... La Cina non si conquista in un giorno. Lo sanno bene gli imprenditori enoici francesi, che solo ora raccolgono i frutti di un lavoro di decenni, e lo sanno ancor meglio i loro colleghi italiani, che per farsi largo devono lavorare il doppio (non a caso la Cina ha assorbito il 60% dei fondi 2012-2013 per la promozione nei paesi terzi dell’Ocm vino europea). Facendo ben attenzione a come muoversi, e su quale partner puntare per imporsi su un mercato complesso, che chiede grandi volumi, e che, però, con 500.000 ettari già piantati, si sta imponendo anche come Paese produttore. Tanto che il governo, su spinta dei produttori stessi, ha avviato un’indagine per capire se “l’invasione” di vino europeo stia danneggiando l’industria nazionale, anche grazie agli aiuti della Ue. Ma che, quando cerca la qualità, oggi, non può prescindere da Francia e Italia. Lo sanno bene grandi nomi come la veneta Allegrini e la siciliana Tasca d’Almerita, che da qualche anno si affidano allo stesso distributore, Summergate, uno di quelli che non fa grandi numeri, “ma sa esattamente come valorizzare un vino di qualità - come spiega Ivo Basile, responsabile marketing alla Tasca d’Almerita - e posizionarlo sui giusti canali, dalla ristorazione agli hotel”. Perché, quando si parla di qualità “non è così importante il boom da un anno all’altro, quanto - racconta Silvia Allegrini - il consolidamento sul mercato, che esige tempo e costanza”. Che le denominazioni che fanno grande l’Italia nel mondo siano all’altezza, lo dimostra il fatto che la Summergate ha deciso di ampliare la propria offerta, puntando su altri grandi nomi: dal Chianti Classico di Barone Ricasoli al Brunello di Montalcino di San Polo, dal Barolo di Luciano Sandrone al Montepulciano d’Abruzzo di Emidio Pepe. Certo, i risultati incoraggianti non mancano, tanto che l’export di vino italiano in Cina è più che raddoppiato negli ultimi anni, con le bollicine che, almeno in quantità, proprio nel 2012 hanno raggiunto quelle francesi. Ma uno dei grandi rischi, come qualcuno sostiene, è che quella del vino in Cina sia solo una “bolla”. Ne sanno qualcosa in Bordeaux, dopo l’exploit degli anni scorsi ora si vedono insidiati dai Borgogna. “È sulle nostre produzioni top che dobbiamo concentrarci in Cina, perché tra pochi anni il vino di livello medio basso, i cinesi, se lo produrranno da soli”, spiega il professor Luigi Bellini, collezionista d’arte e appassionato di enogastronomia, che da anni lavora nel mercato cinese ed è promotore, insieme a Golden Moon, di Gusto Cortina, kermesse dedicata proprio alle eccellenze dell’enogastronomia italiana. Quest’anno l’evento si svolge a Cortina il 29 e 30 settembre. Ospite d’onore sarà proprio una delegazione di grandi imprenditori e funzionari cinesi.


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