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Brunello e Malbec al top nelle classifiche mondiali ... Per “Wine Spectator” fra le prime dieci etichette due sono di casa nostra ... Svelate un po’ alla volta, con una formula ad alto tasso di suspense, o pubblicate (online) in un d-day preceduto da countdown, a fine anno, arrivano le grandi classifiche con i migliori vini al mondo stilate dalla critica internazionale. E, puntuale, si apre il dibattito: ma contano o non contano? Nel mondo a stelle e strisce hanno ancora un peso e, di riflesso, nei principali mercati internazionali. Ma il loro valore resta importante più per i buyer che per gli appassionati che sempre di più si affidano al proprio gusto e alle informazioni del web. Alla fine, però, immaginate se l’Italia non ci fosse. E l’Italia, invece, c’è. C’è al vertice della celeberrima “Top 100” dell’influente rivista Usa Wine Spectator, una delle classifiche più attese dell’anno, che aspettando di rivelare tutta la lista (il 19 novembre), ha centellinato le prime 10 posizioni: il numero uno è il Relentless Napa Valley 2008 di Shafer Vineyards, ma il Brunello di Montalcino 2007 di Ciacci Piccolomini d’Aragona è in nona posizione, e il tricolore sventola anche con il Malbec Mendoza Finca Bella Vista 2010 di Achával-Ferrer, numero dieci, visto che l’enologo della cantina argentina è l’italiano Roberto Cipresso. “Ricevere riconoscimenti crea motivazioni nuove e sprona a far meglio soprattutto in questi momenti di recessione” ha detto Paolo Bianchini, alla guida con la sorella Lucia di Ciacci Piccolomini d’Aragona. Il celebre magazine Usa Wine Enthusiast non solo ha incoronato l’italiana Caprai “European Winery of the Year 2012”, ma nella “Cellar Selection 2012”, la classifica dei 100 vini immancabili in una collezione da invecchiamento, numero uno è il Bolgheri Superiore Guado al Tasso 2008 di Antinori e l’Italia domina con un vino su cinque. Con “il made in Montalcino che continua a tirare nel mondo” secondo Patrizio Cencioni, proprietario di Capanna il cui Brunello di Montalcino 2007 è numero cinque, seguito dal Brunello Luce della Vite 2007 (Frescobaldi, n. 13). E poi, Ca’ Marcanda Promis 2007 (di Angelo Gaja, 17), Argentiera 2008 di Tenuta dell’Argentiera (21), Brunello di Montalcino 2007 di Corte Pavone (26), Barolo La Serra 2007 di Gianni Voerzio (30), Brunello 2006 Madonna del Piano Riserva di Valdicava (34), San Petrolo 2001 di Fattoria Petrolo (38), Barolo Cascina Nuova 2007 di Elvio Cogno (41), Guardiola 2008 Tenuta delle Terre Nere (45) dal promettente territorio dell’Etna, e Giusto di Notri 2008 di Tua Rita (49). A seguire, Sagrantino 25 anni 2007 di Caprai (53) e un altro nome top dell’Italia del vino all’estero, il Brunello di Montalcino Cerretalto 2006 di Casanova di Neri (58), “riconoscimento - per Giacomo Neri, proprietario della cantina - che attesta come il nostro vino e il nostro lavoro, negli anni, siano sempre protesi alla massima qualità” Ancora Barolo, Margheria 2007 di Massolino (62), Vin Santo di Carmignano 2005 Riserva di Capezzana (70), San Lorenzo 2008 di Girolamo Russo ancora dall’Etna (73), Taurasi Piano di Montevergine Riserva 2004 di Feudi di San Gregorio (74) e gli Amarone Classico Vigneto Monte Sant’Urbano 2008 di Speri (87) e Il Bosco 2006 di Cesari (95). Questi riconoscimenti hanno “ancora una ricaduta positiva sui mercati”, sottolinea Piero Antinori, e, nel caso specifico dello storico marchio italiano, “è un riconoscimento a noi, ma anche al vino italiano, in una classifica in cui si cimentano vini di tutto il mondo”.

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