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LO SCENARIO

L’industria del cibo e del beverage Ue tiene. Su produzione e fatturati nel primo trimestre 2023

Ma l’aumento dei valori è legato all’inflazione e ai costi, e la fiducia è in calo. Così il bollettino “Food & Drink Europe” su “Q1 2023”
CIBO, FOOD & DRINK, UE, vino, Mondo
L’industria di cibo e beverage Ue bene nel primo trimestre 2023 (ph: Bimbimkha su Freepik)

“Anche un cuoco può essere utile in una bufera, anche in mezzo ad un naufragio si deve mangiare”, e bere, verrebbe da dire, citando e parafrasando Francesco De Gregori nella canzone “Il Cuoco di Salò”. E, in un’Europa e in un mondo che sono in piena bufera economica, in effetti, il comparto del cibo e delle bevande sembra continuare a navigare in acque non tranquille, ma meno agitate rispetto ad altri. Il mancato rinnovo, ad ora, dell’accordo per l’export di grano dall’Ucraina da parte della Russia, getterà senza dubbio nuove forti tensioni anche sul mercato dell’agroalimentare mondiale. Ma, intanto, almeno dal punto di vista dell’industria alimentare e del beverage dell’Unione Europea, i primi tre mesi del 2023 hanno segnato un incremento positivo e significativo in termini di produzione e giro d’affari, rispetto allo stesso periodo del 2022. A dirlo il bollettino su “Q1 2023” di “Food & Drink Europe”, associazione che rappresenta l’industria del settore a Bruxelles. Secondo cui, rispetto ai primi tre mesi 2022, nel 2023 il fatturato di cibo e bevande complessivo è cresciuto del +16,3%, a fronte del +8,1% del totale della manifattura, mentre la produzione è aumentata appena dello 0,5% per il comparto food & beverage sul trimestre precedente (contro il +1,4% della manifattura).
Numeri, quello del valore, però, sostanzialmente legati all’inflazione, con in prezzi alla produzione aumentati del 19,4% rispetto al primo trimestre 2022. A livello di scambi con il resto del mondo, le esportazioni sono cresciute del +14,4% in valore sul primo trimestre 2022, per 45,7 miliardi di euro, mentre le importazioni hanno fatto +4,3%, per 25,6 miliardi di euro, per un saldo attivo della bilancia commerciale di oltre 20 miliardi di euro.
Sulle esportazioni, le prime cinque cateogira di prodotto (carne, lattiero-caseari, vino, frutta e verdura trasformata, cacao, cioccolato e dolciumi), hanno pesato da sole per 21,7 miliardi di euro.
Il vino, in particolare, rappresenta la terza voce in termini di esportazioni, con un valore poco sotto i 4 miliardi di euro, ed una crescita del 4,5%. Tutto bene, dunque? Non proprio, perchè il futuro, inevitabilmente, preoccupa tutti, tra venti di recessione mai del tutto placati, anche se le stime del quadro economico complessivo, a detta di molti, sembrano meno peggio del previsto, sebbene il quadro internazionale ed il recente aumento dei tassi voluto dalla Bce da Christine Lagarde abbiamo messo in allarme le imprese, il cui ottimismo già non era a livelli eccezionali, visto che l’indice di fiducia nel secondo trimestre 2023 è sceso di 0,8%, in calo per il sesto trimestre consecutivo, con un -2,5% sul trimestre precedente.

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