Conquistare nuovi consumatori, soprattutto cercandoli tra nel “nicchie”, rendere il vino divertente e coinvolgente, o lanciare un nuovo prodotto sul mercato. Obiettivi di tante cantine del mondo, che si possono raggiungere, in parte, anche attraverso l’“influencer marketing”, trend tra i più popolari nel mondo della comunicazione e del business, arrivato anche nel settore enologico: emerge da webinar, organizzati da Veronafiere, in collaborazione con l’agenzia Colangelo & Partners di New York, tra le più importanti ed autorevoli realtà di pr per il vino in Usa, in vista di “Vinitaly 2022” (dal 10 al 13 aprile, a Verona).
La guru della comunicazione Kristen Reitzell (Jackson Family Wine, gruppo con tante cantine in Usa e nel mondo, inclusa l’Italia, con Tenuta di Arceno, nel Chianti Classico) e Will Blackmon, ex giocatore di football Americano, oggi imprenditore nel mondo del vino con “The Wine MPV”, in California, hanno tracciato una mappa di questo mondo, facendo luce tra le varie opzioni che si prospettano ai produttori quando decidono di intraprendere questo percorso di comunicazione.
La strategia corretta si definisce sulla base della tipologia di vino, della distribuzione, delle attività di comunicazione complementari e su molti altri fattori. “Il lavoro con un influencer” - spiega, infatti, Juliana Colangelo, vicedirettore globale Colangelo & Partners di New York - permette ad un’azienda di selezionare il pubblico che si vuole raggiungere, in base all’età, genere, professione o interesse”. “Gli influencer sono dei veri e propri partner che possono aiutare a raggiungere un pubblico nuovo e più di nicchia - sostiene anche Kristin Ratzell, manager della comunicazione di Jackson Family Wine - e non sono così diversi dai blogger del vino di dieci anni fa. A loro tempo, i blogger sono stati determinanti nel portare nuove voci e un nuovo sguardo nello spazio del vino. Oggi gli influencer sono la “nuova voce” nel settore: portano nuovi consumatori, rendono il vino divertente e coinvolgente, educano, abbattono le barriere. Ciò che li rende diversi dai media tradizionali è la piattaforma su cui si muovono e come lo fanno: possono permettersi sia contenuti brevi che lunghi, commenti visivi, e soprattutto possono entrare in contatto diretto con i consumatori, incontrandoli nel luogo in cui si trovano” .
“Per misurare il successo di una partnership con un influencer - continua la Ratzell - consiglio sempre di identificare i propri obiettivi in anticipo. Poi si può avviare la ricerca per trovare il partner giusto per il proprio budget e per il goal che si vuole raggiungere. Gli obiettivi possono variare: il lancio di un nuovo vino, il raggiungimento di un nuovo pubblico, l’aumento delle vendite al dettaglio in una particolare regione, sostenere l’educazione e lo storytelling o convogliare le persone al tuo sito web per acquistare il vino. L’influencer marketing richiede molto tempo ma i contenuti che vengono creati in modo ponderato e con coerenza ripagheranno a lungo termine”.
“Quando si tratta di influencer marketing - dichiara, infine, “Will Blackmon”, fondatore dell’azienda “The Wine MPV” - la cosa più importante è individuare il messaggio o la storia che si sta cercando di lanciare, e che rappresenta al meglio il tuo marchio. Quindi, alla fine, bisogna scegliere chi credi sia il miglior influencer o gruppo di influencer in grado di trasmettere organicamente quel messaggio o una storia al tuo pubblico”.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024