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INDUSTRIA ALIMENTARE

L’Italia registra le migliori performance nella classifica dei primi 100 food brand mondiali

I nostri marchi passano da 4 a 9 ed il valore da 4% a 7% (14,4 miliardi di euro). Barilla entra nella Top 10. L’analisi annuale by Brand Finance
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La Top 10 dei marchi food a livello globale. Barilla entra al n. 9

In un contesto globale di cali generalizzati, il cibo tricolore è un’eccezione: nel ranking mondiale - analizzato come ogni anno dalla società di consulenza Brand Finance - le marche tricolori passano da 4 a 9 e la quota del valore complessivo dei brand italiani in classifica cresce dal 4% al 7%, pari a oltre 14,4 miliardi di euro. Inoltre, per la prima volta, un’azienda italiana, Barilla, entra nella Top 10 (piazzandosi alla posizione n. 9). Secondo Brand Finance, quasi tutti i brand principali del food hanno incrementato il proprio valore, mentre al contrario il valore complessivo dei 100 principali marchi del mondo è diminuito del 6%.
Le 9 aziende italiane entrate nella classifica delle 100 mondiali sono Barilla (in posizione n. 9), che guadagna 4 posizioni (valore totale 4,3 miliardi di euro); Kinder (posizione n. 22), che recupera 6 posizioni (2,7 miliardi di euro); Nutella (n. 38), che scala 14 posizioni (1,9 miliardi di euro); Ferrero Rocher (n. 46) che recupera 19 posizioni (1,5 miliardi di euro); Gruppo Veronesi (n. 70), che comprende Aia e Negroni (940 milioni di euro); Amadori (n. 80) che avanza di 21 posizioni (860 milioni di euro); Galbani (n. 85) che guadagna 36 posti (787,5 milioni di euro); Parmalat (n. 90) che recupera 43 posizioni (727,6 milioni di euro) e Findus (n. 94) (710,5 milioni di euro). Questo gruppo di marchi made in Italy oggi vale oltre oltre 14,4 miliardi di euro ed attende il probabile prossimo ingresso nel ranking di Beretta e Rana.
Analizzando la classifica globale, dal 2015 a svettare al primo posto c’è Nestlé, con un valore del marchio di 20 miliardi di dollari (-4% rispetto al 2024). Al secondo posto Lay’s (patatine), con un valore di 12,7 miliardi di dollari, al terzo Yili (marchio cinese specializzato nel settore lattiero-caseario) con un valore di 11,2 miliardi di dollari. Seguono Tyson, multinazionale statunitense che produce carne (9,9 miliardi di dollari), Danone (8,3 miliardi di dollari), Kellogg’s (6 miliardi di dollari), Doritos (5,4 miliardi di dollari) e Uni-President di Taiwan (5 miliardi di dollari). Chiudono la Top 10 l’italiana Barilla e la svizzera Lindt.
Il risultato positivo dei marchi italiani è in controtendenza in un contesto internazionale in cui il valore complessivo dei 100 principali marchi è sceso del 6%. Massimo Pizzo, senior consultant di Brand Finance, attribuisce il successo dei marchi italiani a tre fattori: “la qualità dei prodotti, l’immagine positiva dell’Italia all’estero e l’efficacia delle politiche di export”.

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