“Eccezionale”, “eterogeneo” o “controverso”: l'annata 2018 di Bordeaux ha generato grande interesse, sia tra la critica che tra i wine merchant, che hanno dato all'ultima annata prodotta in Gironda un giudizio diverso. Da un lato i commercianti non sono così sicuri che i prezzi, in crescita decisa sulla 2017, con tre dei cinque “Premiers Crus” (Chateau Margaux, Mouton Rothschild e Haut Brion) usciti al 17,2% in più, garantiscano un rientro dall'investimento, dipende ovviamente da come risponderanno wine lovers e collezionisti. Dall'altro, l'annata, come racconta il report di analisi del Liv-ex “Bordeaux 2018 - A perplexing vintage”, è stata accolta con un entusiasmo che non si vedeva da un po' dalla critica. Per Antonio Galloni (Vinous) è stata “un'annata capace di offrire una grande varietà stilistica”, mentre per James Suckling, che ha riservato voti inferiori solo alla 2016, “ha le potenzialità per imporsi come una delle grandi vendemmie della storia, simile alla 2010, alla 2009 ed alla 1989”. Più freddi, in questo senso, i wine merchant, i cui rating sono stati sì superiori a quelli dell'annata 2017, ma comunque inferiori alla 2016, alla 2010 ed alla 2009, in linea con quelli della 2015.
Nonostante un netto miglioramento qualitativo delle uscite di quest'anno, specie rispetto al 2017, per alcuni commercianti poche sono le etichette capaci di distinguersi come “must buy”. Diverse sono state le etichette uscite a prezzi da record, anche se in media l'annata è stata rilasciata allo stesso livello di prezzo del tanto celebrato 2016. E proprio qui sta il problema, ossia nella facile reperibilità, sul mercato, di annate di qualità simile a prezzi più bassi, che sfidano la possibilità di successo di una campagna En Primeur in cui, comunque, i vini che hanno registrato la domanda maggiore sono quelli usciti ad un prezzo inferiore al 2016, oltre a quelli accolti con particolare calore dalla critica.
Dal punto di vista dei commercianti, sebbene le uscite del 2018 rischino di non convincere troppo i collezionisti di vecchia data, acquisti importanti si possono giustificare nella speranza di intercettare le generazioni più giovani, che iniziano adesso a costruire le proprio cantine. Alcuni commercianti hanno approcciato l'annata con grande entusiasmo, sulla scia degli alti punteggi della critica, mentre altri con maggiore cautela, frenati dal prezzo, mostrando le due facce della stessa medaglia, quella dei wine merchant, che si riflettono in dati di vendita ben diversi. Complessivamente, le vendite in valore sono aumentate del 60% rispetto al 2017, superando i livelli raggiunti per il 2015 e prospettando per la 2018 un grande successo, anche grazie all'aumento della produzione, con i volumi venduti che sono aumentati del 50%. Un andamento, comunque, previsto dai membri del Liv-ex, con il 69% che aveva previsto che la domanda sarebbe aumentata, anche se sarebbe dipesa dal prezzo, e quindi non equamente distribuita.
Quello che salta all'occhio, è che le attenzioni sono rivolte principalmente ad un ristretto numero di etichette, desideratissime, tanto da raggiungere livelli record sia di domanda che di prezzo, mentre i vini che non godono del supporto dei punteggi della critica, sono destinati ad abbassare il prezzo poco dopo l'uscita. Nel frattempo, conclude l'analisi del Li-ex, mentre gli Chateaux di Bordeaux comunicavano i prezzi di uscita, il mercato secondario dei fine wine vedeva l'Italia e la Borgogna rosicchiare ulteriori quote di mercato ...
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