Uno dei miti di Bordeaux, Cheval Blanc, al n. 1 assoluto, la Tenuta San Guido, icona di Bolgheri con il suo Sassicaia, che sale al n. 2, e Domaine Laflaive, uno dei gioielli più luminosi della Borgogna, al n. 3: ecco il podio della Liv-Ex Power 100, la classifica dei vini più “forti” sul mercato dei fine wines monitorato dalla piattaforma londinese Liv-Ex, analizzata da WineNews, e realizzata guardando le performance del prezzo anno su anno (basate sul prezzo di mercato per una cassa di vino al 1 ottobre 2024 e il prezzo di mercato al 30 settembre 2025), le performance di trading su Liv-ex (per valore e volume), il numero di vini e annate commerciali e il prezzo medio dei vini di un marchio. In generale, a livello territoriale, la Borgogna resta regione più rappresentata con 29 marchi (-1 sul 2024), torna a crescere Bordeaux con 27 (+2) e resta terza l’Italia con 20 (-2), con la Champagne a seguire con 9 (+2), e poi ancora seguono California con 6, Rodano con 5, e ancora Spagna, Australia, Germania e Argentina con 1.
Per il Belpaese, in classifica, dunque, sono 20 i marchi presenti, soprattutto Supertuscan e produttori delle Langhe e del Barolo, anche per riflesso di una domanda che su altre denominazioni importanti, come Brunello di Montalcino e Chianti Classico, nel top di gamma, si è un po’ “raffreddata” a causa delle difficoltà sul mercato Usa, sottolinea il Liv-Ex. E così, guardando ai vini italiani, ecco un nome antologico delle Langhe come Gaja, al n. 11, seguito, tra gli italiani, dai due gioielli bolgheresi oggi del Gruppo Frescobaldi, Ornellaia (n. 17) e Masseto (n. 21). Posizione n. 23 per la “casa” del mitico Barolo Monfortino, Giacomo Conterno, mentre al n. 27 c’è l’unico italiano non toscano o piemontese, ovvero Quintarelli, icona dell’Amarone della Valpolicella, dal Veneto. Posizione n. 31 per uno dei grandi classici di casa Antinori, invece, il Tignanello, seguito al n. 41 dall’altro gioiello della storica famiglia fiorentina, il Solaia, con i due “separati” da uno dei riferimenti delle Langhe, Comm. G.B. Burlotto, al n. 37. Posizione n. 53, invece, per un altro nome top della Toscana, come Montevertine, mentre si torna in Piemonte, sia al n. 65, con i Produttori del Barbaresco, che al n. 66, con Bruno Giacosa. Posizione n. 72 per il primo alfiere del Brunello di Montalcino, Biondi Santi, oggi della famiglia francese Descours (Gruppo Epi) condotta da Giampiero Bertolini, davanti ad un’altra icona del territorio come Il Marroneto, al n. 79. Poi si torna nelle Langhe, con la storica Giuseppe Rinaldi, al n. 81, e Roagna, al n. 87, e poi ancora a Montalcino, con Soldera Case Basse al n. 91, e Valdicava al n. 92, e, infine, di nuovo in terra di Barolo, con Vietti e Bartolo Mascarello al n. 94 e 95.
“La Power 100 di quest’anno è, geograficamente, un mix, con i primi 10 marchi provenienti da sei diverse regioni. È chiaro, però, che il mercato ha premiato prezzi coerenti. I vini che se la sono cavata meglio, rimanendo stabili o salendo nelle classifiche, tendevano a offrire alta qualità a prezzi leggermente più accessibili. Vini iconici come Petrus, Le Pin, Salon e Selosse certamente non rientrano in questo gruppo, ma hanno comunque fatto progressi significativi. Possiamo vedere l’aumento del commercio di vini di questo calibro come un segno che il mercato sta vedendo un ritorno della fiducia. Se la sostenibilità sarà mantenuta sia nelle campagne della Borgogna 2024 che di quella di Bordeaux 2025 dipenderà in gran parte da come verranno ricevuti i prezzi di uscita”, commenta il Liv-Ex, che sottolinea anche come, nonostante un 2025 complicatissimo, non meno del 2024, qualche segnale di ripresa arrivi, come dimostra l’andamento degli indici negli ultimi 3 mesi (come abbiamo raccontato qui), e anche il fatto che, se nel 2024, solo 11 marchi della Power 100 hanno visto cresce i loro prezzi medi, nel 2025 sono stati ben 35. Rappresentati in gran parte “da vini che hanno senso per gli acquirenti: prezzi ragionevoli, buona reperibilità e forte reputazione del marchio hanno giocato tutti ruoli chiave”.
E tra questi, il migliore dei migliori è proprio un italiano, Montevertine, a +8,5%, che è in buona compagnia, visto che, in questa particolare lista, figurano anche, per il Belpaese, Comm. G.B. Burlotto (+4,6%), Tenuta San Guido (+4,5%), Marroneto (+3,6%), Quintarelli (+3,5%), Produttori del Barbaresco (+3,2%), Ornellaia (+2,2%), Valdicava (+1,8%) e Tignanello (+1%).
Focus - “La Top 10” e tutti i vini italiani della “Liv-Ex Power 100” 2025
1 - Cheval Blanc
2 - Tenuta San Guido
3 - Domain Leflaive
4 - Joseph Drouhin
5 - Rayas - Domaines des Tours
6 - Krug
7 - Haut-Brion
8 - Chateau d’Yquem
9 - Opus One
10 - Mouton Rotschild
11 - Gaja
17 - Ornellaia
21 - Masseto
23 - Giacomo Conterno
27 - Quintarelli Giuseppe
31 - Tignanello Antinori
37 - Comm. G.B. Burlotto
41 - Solaia Antinori
53 - Montevertine
65 - Produttori del Barbaresco
65 - Bruno Giacosa
72 - Biondi Santi
79 - Il Marroneto
81 - Giuseppe Rinaldi
87 - Roagna
91 - Soldera Case Basse
92 - Valdicava
94 - Vietti
95 - Bartolo Mascarello
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