Il 2019 del mercato dei fine wine non era partito proprio con grandi exploit, e il mese di febbraio sembra confermare l’andamento dell’inizio dell’anno, se non “aggravarlo” ancora di più. Il Liv-ex 1000, l’indice più grande, fa registrare un calo 0,9% a febbraio, e stessa è la musica per il benchmark del settore, il Liv-ex 100, sceso dello 0,7% questo mese. Col segno meno sono anche il Liv-ex Bordeaux 500, che mette insieme le ultime 10 annate fisiche di 50 Chateaux di Bordeaux, giù dello 0,4%, lo Champagne 50, che monitora le performance delle ultime 10 annate di 12 etichette, a -0,1%, l’Italy 100, formato dalle ultime 10 annate fisiche di Sassicaia, Solaia, Tignanello, Ornellaia, Masseto, Guado al Tasso, Barbaresco di Gaja, Redigaffi di Tua Rita ed i Barolo Monfortino Riserva e Cascina Francia di Giacomo Conterno, che nonostante la partenza del nuovo anno a +0,4%, chiude febbraio con un -0,1%. Risultati ancora meno soddisfacenti per il Rhone 100, giù del -1%, il Rest of The World 50, a ben -1,2%, e il peggiore in assoluto, il Burgundy 150, che mette insieme le 10 annate fisiche più recenti di 15 grandi etichette di Borgogna, che registra addirittura un calo del 3%. Unico indice in crescita, seppur nell’ordine dello zero, il Bordeaux Legends 50, selezione di 50 etichette di grandi vecchie annate di Bordeaux (a partire dal 1982), a +0,9%.
Come già detto, il mese di febbraio segue sostanzialmente l’andamento del mercato già segnato da inizio dell’anno: nei primi due mesi del 2019 infatti, i fine wine hanno fatto registrare sostanzialmente delle cifre in negativo: il peggiore è, anche qui, il Burgundy 150, a -3,4% dall’inzio dell’anno; ma male vanno anche il Rhone 100, a -2%, e il Liv-ex 1000, a quota -1,2%. A -1,1% il Rest of the World 50, mentre cala dello 0,3% il Bordeaux 500, dello 0,4% il Bordeaux Legends 50, e lo Champagne 50 è praticamente a zero, con una caduta “solo” dello 0,07%. Unico indice in crescita, seppur minima, è l’Italy 100, a +0,3%.
Se si guarda al medio periodo, lo scenario cambia, e di molto, evidenziando ancora una volta come gli investimenti nel mondo dei fine wine siano redditizi: in 5 anni il risultato migliore lo registra il Burgundy 150, con una crescita del 99,4%, gli indici sono tutti positivi e a doppia cifra. Si va dal +43,6% del Liv-ex 1000 e il +40,3% del Rest of the World 50, al +28,6% del Bordeaux 500, il +15,4% del Rhone 100, il +42% dello Champagne 50, il +32,2% dell’Italy 100 e il +38,4% del Bordeaux Legends 50.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024