02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)
FUTURO

Lo stato dell’arte del vino per Bernard Magrez: “beviamo meno, ma meglio. Dobbiamo innovare”

A “Vitisphere”, le parole del “tycoon” francese, una delle voci più autorevoli di Bordeaux: “il fenomeno del salutismo ha fatto calare i consumi”
BERNARD MAGREZ, Bordeaux, CONSUMATORI, CONSUMI, SALUTISMO, Mondo
Bernard Magrez (ph: Facebook/Bernard Magrez)

La crisi del vino, dai consumi alle nuove abitudini che stanno emergendo con sempre più forza, è ormai da tempo argomento di discussione e di visioni differenti. D’altronde c’è un modello collaudato da tanti anni che ha definito un settore che, forse, dovrà cambiare in vari aspetti per allinearsi ai tempi che corrono. Una “rivoluzione” già iniziata a Bordeaux, uno dei terroir vitivinicoli più blasonati, ma anche più ampi, dove accanto a nomi che fanno parte del “gotha” del vino, e che fanno storia a sé, ci sono tanti piccoli produttori che stanno soffrendo. Non a caso il fenomeno dell’estirpazione dei vigneti è realtà, ma non è l’unico tema da tenere in considerazione per il futuro. La rivista specializzata “Vitisphere” ha intervistato una delle voci più autorevoli ed influenti del settore, Bernard Magrez, “tycoon del vino”, imprenditore e mente lungimirante, “l’uomo dei quattro Grands Crus Classés”, capace, come pochi, di conoscere il mercato ed i consumatori.
Nel 2021, Bernard Magrez decise di aprire un incubatore di start up dedicato al 100% al mondo del vino a Bordeaux, con una seconda succursale nata a Strasburgo nel 2023, e la parola “innovazione”, pertanto, continua a far parte del suo vocabolario. Un concetto, quello di innovazione, sempre più centrale nel mondo del vino e che secondo Magrez, i consumatori “trovano nei vini stranieri”. L’imprenditore sul fenomeno del “deconsumo” che colpisce l’industria vitivinicola francese, parla piuttosto di “leggero calo dei consumi”, dovuto “al salutismo. A forza di essere colpiti da campagne contro l’alcol e il vino in vari Paesi, è evidente che la gente si pone delle domande” e sulla sovrapproduzione spiega che avviene “semplicemente perché in tutto il mondo beviamo meno, ma beviamo meglio. Per definizione, questo fa parte del deconsumo, e il fenomeno del salutismo c’è. La domanda è se questo aumenterà o si stabilizzerà”.
“Vitisphere” ricorda che in 70 anni, il consumo di vino è diminuito del 60% in Francia, e Magrez sottolinea come “quando ho iniziato, 60 anni fa, il vino faceva parte della dieta. L’evoluzione dei gusti ha causato questo declino. È lo stesso in tutte le professioni. I consumatori sono alla ricerca di innovazione per creare nuove emozioni”. La bacchetta magica non esiste, ma essere lungimiranti può essere la chiave per ottenere grandi risultati, un concetto che può valere anche per il vino: “l’azienda che ha successo in qualsiasi attività è quella che anticipa i desideri dei consumatori, che non sono consapevoli di avere questo desiderio”. Alla domanda sul perché Bordeaux soffre, Magrez risponde che mancano “i marchi. Tutti gli acquirenti di ipermercati e supermercati vi dicono che questo è il punto debole di Bordeaux. Di conseguenza, il consumatore non ha punti di riferimento. Esita e a volte non compra. Perché il vino è diventato un prodotto di status, beviamo meno, ma beviamo meglio e quindi siamo ansiosi di non sbagliare perché non possiamo degustare il vino, in iper enoteche, super e anche enoteche. Negli studi che conduciamo, il 70% degli intervistati dichiara di scegliere i propri vini in base alla desiderabilità dell’etichetta. Siamo fortunati che il nostro marchio sia omonimo e che io abbia la mia foto su tutte le etichette posteriori dal 1993”.
Il consumatore sta cambiando diventando più “complesso” da capire. La soluzione di Magrez è quella che “bisogna studiare, testare, pensare. Non puoi cavartela con lo specchietto retrovisore. Dobbiamo ascoltare il consumatore. Non è facile a Bordeaux, non è facile altrove. Quando avevo 25 anni, abbiamo lottato per avere il Beaujolais Nouveau. Poi è precipitato e ora sta tornando. Molti hanno detto che il Beaujolais è sepolto a vita: non è vero. La moda va e viene”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli