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Massimo Bottura fa cinquina: con l’Osteria Francescana di Modena con 19,75/20 ancora al vertice de “I Ristoranti d’Italia” 2015 de “L’Espresso”. A seguire (19,5/20) Nilo Romito (Reale) Crippa (Piazza Duomo) Alajmo (Le Calandre) e Beck (La Pergola)

Massimo Bottura, con la sua Osteria Francescana di Modena, fa cinquina, e si conferma per il quinto anno consecutivo al vertice della guida “I Ristoranti d’Italia” de “L’Espresso” 2015, diretta da Enzo Vizzari. Che registra la crescita del numero dei “cappelli, il massimo riconoscimento assegnato ai ristoranti valutati almeno 18/20, dai 26 del 2014 ai 27 di Questa edizione. Al top, dunque, ancora Bottura, unico con il punteggio di 19,75/20. Sale a 19,5/20 Niko Romito con il suo Casadonna Reale di Castel di Sangro, che si unisce ai confermati Heinz Beck con La Pergola del Rome Cavalieri, Massimiliano Alajmo con Le Calandre di Rubano, e Enrico Crippa con il Piazza Duomo di Alba. Nessuna novità tra i 19/20, dove sono confermati Davide Scabin con il Combal.Zero di Rivoli, Mario Uliassi con Uliassi di Senigallia, Antonino Cannavacciuolo con il Villa Crespi di Orta San Giulio e Gianfranco Vissani con Vissani di Baschi.

Salgono a 18,5/20 il Devero di Cavenago Brianza di Enrico Bartolini e la Madonnina del
Pescatore di Senigallia di Moreno Cedroni, affiancandosi all’Antica Corona Reale di Cervere di
Giampiero Vivalda, a Dal Pescatore di Canneto sull’Oglio della famiglia Santini, al Duomo di
Ragusa Ibla di Ciccio Sultano, all’Enoteca Pinchiorri di Firenze di Giorgio Pinchiorri e Annie Feolde, al Rosa Alpina-St. Hubertus di Badia di Norbert Niederkofler, a La Madia di Licata di Pino Cuttaia, a La Peca di Lonigo dei ratelli Portinari e all’Osteria del Povero Diavolo di Torriana di Pier Giorgio Parini.
Una sola promozione a 18/20: la Taverna Estia di Brusciano dei fratelli Sposito, che si affianca a Agli Amici di Udine di Emanuele Scarello, al Colline Ciociare di Acuto di Salvatore Tassa, a Cracco di Milano di Carlo Cracco, a Da Vittorio di Brusaporto della famiglia Cerea, al Laite di Sappada di Fabrizia Meroi, a Perbellini di Isola Rizza di Giancarlo Perbellini, e alla Torre del Saracino di Vico Equense di Gennaro Esposito.
Tutto questo in un’edizione della Guida che conferma la crescita della qualità al vertice della cucina italiana, con 81 ristoranti con “due cappelli”, per i locali con un punteggio tra 16,5 e 17,5/20 (erano 63 nel 2014) e ben 315 con “un cappello”, per i ristoranti con un punteggio da 15/20 in su, con il totale dei ristoranti premiati che passa dai 382 del 2014 ai 423 del 2015.
Non cambia, rispetto al 2014, il podio delle Regioni con più “tavole di qualità”: sempre Lombardia, Campania e Piemonte quelle con più ristoranti con almeno “1 cappello”.

Focus - I “3 Cappelli” de L’Espresso
19,75
Osteria Francescana Modena - Modena
19,5
Casadonna Reale - Castel di Sangro - L’Aquila
Hotel Rome Cavalieri La Pergola - Roma
Le Calandre - Rubano - Padova
Piazza Duomo - Alba - Cuneo
19
Combal.Zero - Rivoli - Torino
Uliassi - Senigallia - Ancona
Villa Crespi - Orta San Giulio - Novara
Vissani - Baschi - Terni
18,5
Antica Corona Reale Da Renzo - Cervere - Cuneo
Dal Pescatore - Canneto sull’Oglio - Mantova
Duomo - Ragusa Ibla - Ragusa
Enoteca Pinchiorri - Firenze
Hotel Devero - Ristorante Enrico Bartolini - Cavenago di Brianza - Monza Brianza
Hotel Rosa Alpina St. Hubertus - Badia - Bolzano
La Madia - Licata - Agrigento
La Peca - Lonigo - Vicenza
Madonnina del Pescatore - Senigallia - Ancona
Osteria del Povero Diavolo - Torriana - Rimini
18
Agli Amici - Udine
Colline Ciociare - Acuto - Frosinone
Cracco - Milano
Da Vittorio - Brusaporto - Bergamo
Laite - Sappada - Biella
Perbellini - Isola Rizza - Verona
Taverna Estia - Brusciano - Napoli
Torre del Saracino - Vico Equense - Napoli

Focus - I premi speciali
Puiatti per il Pranzo dell’anno
Hotel Devero Ristorante Enrico Bartolini di Cavenago di Brianza
Kettmeir per la Cantina dell’anno
Joia di Milano
Feudo Principi Di Butera per il Maître dell’anno
Paolo Ciaramitaro Ristorante Villa Crespi di Orta San Giulio
Bolla per il Sommelier dell’anno
Roberto Brovedani Laite di Sappada
Altemasi per il Giovane dell’anno
Ilaria Di Marzio
Matteo Lorenzini
Tommaso Verni
Le Tre Lune di Calenzano
Acqua Sparea per la Novità dell’anno
Del Cambio di Torino
Pommery per il Piatto dell’anno
Enoteca Pinchiorri di Firenze
Domori Agrimontana per la Pasticceria dell’anno
Mistral - Grand Hotel Villa Serbelloni di Bellagio
Terra Moretti per la Cucina di Pesce dell’anno
Cera di Campagna Lupia
Il Pollenza per la Performance dell’anno
Casadonna Reale di Castel di Sangro
Cecchi per la Cuoca dell’anno
Marianna Vitale Sud di Quarto
De Cecco per la Pasta dell’anno
D’O di San Pietro all’Olmo di Cornaredo
Lavazza per il Caffè dell’anno
La Ciau del Tornavento di Treiso
Guido Berlucchi per la Selezione di “bollicine”
La Bottega del Vino di Milano
Eataly per la Qualità del Made in Italy
Roscioli di Roma
Vignaioli di Scansano per la Trattoria dell’anno
Lo Stuzzichino di Sant’Agata sui Due Golfi
La Vis alla Carriera
Igles Corelli Atman di Pescia

Focus - Il commento del direttore delle Guide de L’Espresso, Enzo Vizzari: “Questa Guida”
 “Per un’insegna di ristorante che si spegne, almeno altri due neon si accendono. Sono quelli dei nuovi luoghi da mangiare. A conferma del fatto che in crisi non è questo o quel ristorante, bensì è la ristorazione che cambia connotati e contenuti. Fast food, street food, botteghe di gastronomia che nell’arco della giornata dalla prima colazione alla cena, passando per il pranzo veloce e l’aperitivo rinforzato mutano fisionomia e proposta; e poi gli etnici, i vegetariani e i vegani; le pizzerie gastronomiche e quelle tradizionali; le hamburgerie, le piadine rie, le paninerie... Altro che la classica bipartizione fra ristoranti e trattorie. Eppure, se è vero che non si contano novità e variazioni sul tema, la forza della cucina italiana di oggi sta nel lavoro dei cuochi che dettano le linee e fanno tendenza: si parla e si scrive di Massimo Bottura, di Heinz Beck e di Enrico Crippa, di Niko Romito, e di Massimiliano Alajmo non sono evidentemente nomi citati a caso, rappresentano secondo noi il meglio della cucina italiana contemporanea e quindi il top della nostra graduatoria, si commentano le nuove aperture di Andrea Berton, di Kitchen di Paolo Lopriore, del Cambio di Matteo Baronetto, degli L’Altro Vissani di Gianfranco Vissani, della Segheria di Carlo Cracco... Nel metro di giudizio di chi decide di mangiar fuori casa resta, eccome, ben definita la linea di demarcazione fra la ‘cucina di qualità’ e la ‘cucina di varietà’. Perché l’ampiezza dell’offerta consente di scegliere fra l’esperienza gastronomica ‘alta’ e quella semplicemente ‘diversa’, secondo propensioni, momenti, stati d’animo e disponibilità economica. E di pari passo si allarga senza limiti l’opportunità di raccontare, commentare, socializzare le proprie esperienze, con i mezzi a disposizione di tutti. Noi disponiamo dello strumento Guida. Che non è alternativo né si pone in competizione rispetto ai new media, ma si fonda su un metodo e su criteri definiti e condivisi fra il centinaio di autori che percorrono sistematicamente l’Italia, da Vipiteno a Pachino, per provare le tavole che paiono meritevoli. La nostra è un’accurata e dinamica inchiesta giornalistica che si ripete anno dopo anno, fa tesoro delle esperienze acquisite ma è laicamente aperta a scoprire e giudicare il nuovo e il diverso. Per chi crede in questo modo di raccontar la cucina, il punto di riferimento rimane la Guida, questa Guida cartacea, arricchita con regolarità dagli aggiornamenti on line, aperti ai commenti dei lettori. Nuovi, infatti, sono i mezzi di comunicazione, tanti e vari i luoghi del mangiare, ma restano secondo noi validi oggi come ieri i principi cui una critica gastronomica seria e professionale deve ispirarsi per essere credibile e legittimare la propria funzione. Lavoriamo così da 37 anni. Buona lettura e buon appetito”.

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