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IL VINO PER LA CULTURA

Mastroberardino restaura il “San Gennaro” di Luca Giordano, una delle immagini più famose del Santo

Con l’Art Bonus, la seicentesca tela del Patrono di Napoli tornerà all’antico splendore. I tanti casi dove il vino ha “vestito” i panni di mecenate
LUCA GIORDANO, MASTROBERARDINO, MECENATISMO, RESTAURO, SAN GENNARO, Italia
Il “San Gennaro” di Luca Giordano

Con un nuovo atto di moderno “mecenatismo” da parte del mondo del vino, anche una delle immagini più famose del Santo Patrono di Napoli, conservata fin dal Seicento, epoca della realizzazione della tela da parte di uno dei più importanti artisti napoletani ed italiani, tornerà all’antico splendore: il “San Gennaro” di Luca Giordano, conservato nella magnifica Cappella di Sant’Agnese della Chiesa dei Girolamini a Napoli. A sole 48 ore dal lancio del primo crowfounding della Biblioteca e Complesso Monumentale dei Girolamini per il suo restauro, la famiglia Mastroberardino, alla guida della storica cantina italiana, simbolo della Campania enoica, da sempre impegnata nella valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale del territorio (a partire da Pompei, dove la griffe ha fatto rinascere la vite e dai vigneti tra le antiche rovine, produce il vino Villa dei Misteri, uvaggio di Aglianico, Piedirosso e Sciascinoso, con il Laboratorio di Ricerche Applicate del Parco Archeologico, ndr), ha donato come unico donatore 7.000 euro per l’intera copertura dei lavori, grazie all’Art Bonus, lo strumento lanciato dal Ministero dei Beni Culturali che favorisce sgravi fiscali per chi investe nei siti d’arte dello Stato italiano.
“Grazie a questo generoso atto di liberalità - ha detto la direttrice del Complesso dei Girolamini Antonella Cucciniello - l’opera potrà ricevere in tempi brevissimi le cure necessarie per tornare all’antico splendore, recuperando in pieno l’originale preziosità cromatica”. Citato da tutte le antiche guide della città di Napoli, il “San Gennaro” di Luca Giordano è tra le raffigurazione tra le più note del Santo Patrono partenopeo.
Solo nell’ultimo anno, il vino ha “vestito” i panni di mecenate, tra le altre, con le Tenute Lunelli per la Fondazione Arnaldo Pomodoro, a partire dalla digitalizzazione dell’archivio del maestro, con “Ornellaia Vendemmia d’Artista” e la vendemmia 2019 nel segno del “Vigore”, edizione n. 14 del progetto che ha donato oltre 2 milioni di dollari a fondazioni ed istituzioni museali di tutto il mondo, con la Casa Vinicola Sartori che ha “adottato” la statua equestre di Cangrande I della Scala del Museo di Castelvecchio a Verona, ma anche con la Tenuta Caparzo e l’Associazione Civita, insieme da 20 anni, questa volta per far rinascere il “Sant’Onofrio” di Battistello Caracciolo conservato a Palazzo Barberini a Roma, grazie al ricavato della dei Vini Civitas che hanno restaurato capolavori in tutta Italia, dal Perugino a Gentile da Fabriano. Senza dimenticare il “Vino del Duomo” di Milano, importante progetto de La Collina dei Ciliegi e la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano che prosegue l’antica usanza delle donazioni ai monumenti per conservarne la bellezza, ed il Prosecco Doc “Official Sparkling Wine” a sostegno del nuovo Adi Design Museum di Milano, in un progetto per valorizzare i talenti italiani ed arricchire la Collezione del Compasso d’Oro. Ed ancora, il restauro di Vitaleta, icona di Val d’Orcia, da parte di Podere Forte che ha restituito al culto e al turismo la storica cappella, simbolo di bellezza e cultura del territorio Patrimonio Unesco, e l’“adozione” delle 67 colonne per sostenere l’Arena di Verona, anche da parte di brand del wine & food, da Calzedonia a Rana, da Zenato ad Allegrini, da Masi Agricola a Pasqua, da Tommasi allo chef Giancarlo Perbellini. Omaggiando Dante e l’editio princeps della “Divina Commedia” stampata in Umbria nel 1472, Caprai ha lanciato invece una Limited edition di Sagrantino con il ritratto del Sommo Poeta dell’artista Rick Rojnic e i versi della sua opera per il patrimonio artistico di Montefalco.

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