“Nei borghi si perdono servizi, popolazione, economia. Ho l’impressione che le piccole comunità non abbiano più interesse generale nella politica, che non ha interesse a sua volta nelle piccole comunità. Che però, se messe assieme, creerebbero valore e soldi. Non si possono sacrificare dei malgari che fanno prodotti eccezionali perché non hanno le piastrelle a 1 metro e 70: sono leggi imbecilli, a cui, citando “Disobbedienza Civile” di Henry David Thoreau, bisogna ribellarsi. Capisco che la Parmalat debba sottostare a certe leggi, ma un piccolo malgaro va lasciato stare, non si può macellare e far chiudere, si uccidono le comunità agricole così, dal mare alla montagna. Invece, abbiamo leggi scritte male da gente incompetente, votata più per simpatia che per la grandiosità delle proprie idee”. Non le manda a dire Mauro Corona, scrittore, alpinista e, soprattutto, voce delle comunità agrarie, di montagna e di mare, che, a WineNews, mette l’accento su un mondo, e soprattutto su un’Europa ed un’Italia, ormai incapaci, per tanti motivi, di tutelare e difendere quel patrimonio senza di produzioni agricole senza il quale, banalmente, non si sarebbe la vita.
“All’Europa non importa niente delle comunità rurali e dei piccoli borghi, così come dei migranti. Hanno fatto il tentativo di un’Europa unita, ma mancano i dettagli. È inutile unire l’Europa così - spiega Mauro Corona - non si mira a intervenire dove serve, ma si interviene a livello generale e generico, mentre la vera politica è un bisturi che interviene in maniera precisa e netta laddove ce n’è bisogno. Un paesino come il mio non può avere le regole di un bar del centro di Milano, altrimenti lo si condanna alla chiusura. E questo, per la disattenzione dell’Europa verso i paesini, i borghi e le regioni più in difficoltà, non è stato minimamente capito, ma è lì che la politica deve intervenire. Vanno liberate le pastoie burocratiche, io aspiro ad un’anarchia imprenditoriale: se in un paesino c’è qualcuno che vuole aprire un bar, va lasciato che lo apra in un giorno, altro che scartoffie e mesi di burocrazia e costi, così non si sta in piedi. Invece, si fa una legge uguale per tutti che non può andare bene”.
Ma non è solo l’Europa il problema, perché è la stessa economia della terra ad essere , da decenni, in sofferenza, come spiega ancora Corona. “I paesi hanno delle risorse ancora tutte da riscoprire e da recuperare, prodotti da riscoprire e su cui costruire delle economie, ma non con l’obiettivo di fare soldi. Si dovrebbe imparare a lavorare la terra per guadagnarne il tanto che basta per vivere, così ce ne sarebbe per tutti, e soprattutto si potrebbe lavorare tutta la terra, non solo quella dei territori più remunerativi come Barolo. Ho scritto un libro, “La fine del mondo storto”, in cui predico la fine del petrolio, con la gente costretta ad investire sulla terra e sull’agricoltura. Il nostro cibo ed il nostro vino - dice ancora Mauro Corona - insieme ad i nostri panorami, le opere d’arte, la cultura, la musica, dal Tirolo alla Sicilia, danno una pista a tutti, solo la Francia può competere con noi. Se i cinesi vengono qui è perché la nostra enogastronomia è all’avanguardia, e spero che se ne rendano conto gli italiani. Nei Paesi nordici non hanno quello che abbiamo noi, potremmo vivere di rendita, se fosse amministrata bene”.
E poi, c’è il suo ultimo libro, in cui “ci sono alcuni capitoli in cui parlo dei prodotti che ci offre il bosco, non solo funghi ed erbe medicinali, ma anche le resine come farmacia, nel bosco c’è tutto, ma le multinazionali del farmaco hanno annientato questi rimedi, che non erano placebo, ma cose serie. Non è un libro nostalgico, sul si stava meglio prima, ma su come la terra ti possa dare tutto per campare. Non solo cibo ed armonia, ma anche medicine, ci sono almeno venti tipo di resina che hanno un valore curativo. Questo non vuol dire tornare alla primitività, ma salvare delle tradizioni. Faccio battute sarcastiche sulle mode a tavola - prosegue l’alpinista e scrittore - ma rispetto le scelte altrui. Il problema vero è che si mangia troppo e male, non c’è un’educazione alimentare, né a casa né a scuola. In termini di minori sovrappeso stiamo raggiungendo gli americani. Al di là di scelte assurde come i respiriani, un’alimentazione corretta insegnata nelle scuole insegna a mettere benzina nel corpo quando serve, non come oggi a macchina ferma”.
Infine, il suo rapporto, diretto ma mai idilliaco e sempre critico, con la politica: “catturandomi anche molti insulti, ribadisco che conoscevo Salvini ben prima che diventasse Salvini, ma questo Governo per l’agricoltura non ha fatto nulla. Se Trump è ancora vivo è perché mangia i prodotti della terra, il pane, la carne, per questo è il caso di tornare ad investirci, per produrre cibo in modo naturale. Da noi ci sono eccezione come Petrini e Farinetti, e intorno il buio. Bisogna educare ad una civiltà della terra, come diceva il mio amico Mario Rigoni Stern, che si chiedeva perché a scuola non si insegnasse a fare l’orto, nessuno sa più farlo. A Milano, in certi condomini, fanno gli orti sui davanzali, ed è una buona cosa, un investimento sulla salute. Ma finché l’uomo farà solo ciò che gli fa fare soldi - conclude Corona - le cose non stanno in piedi”.
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