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ATTUALITÀ

Meno cantine ma più grandi: da Unione Italiana Vini (Uiv) la fotografia del panorama vitivinicolo

In vent’anni, nel Belpaese, le aziende del settore si sono ridotte di oltre 500.000 unità (dati Istat), ma la superficie vitata ha tenuto
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Vigneti visti dal drone (ph: Michael Cragg via Unsplash)

Sempre meno cantine in Italia, ma più solide. Anche se, a livello di dimensioni, la Francia “vince 5 a 1”. Questo il panorama italiano fotografato dall’Osservatorio di Unione Italiana Vini (Uiv) che vede in vent’anni le aziende vitivinicole del nostro Paese ridotte di oltre 500.000 unità, anche se la superficie vitata ha tenuto (-11%, con -1% nell’ultimo decennio) e le 255.000 aziende rimaste (erano 791.000 nel 2000) sono oggi più strutturate, con una superficie media degli ettari vitati in crescita del 174%. L’Osservatorio di Unione Italiana Vini (Uiv) ha elaborato, con una verticale sul vino, l’ultimo Censimento Agricolo dell’Istat aggiornato al 2020. Una rivoluzione morfologica, necessaria secondo Uiv, del vigneto Italia e delle sue imprese che in 20 anni hanno incrementato il valore delle esportazioni del 165%, divenendo primo comparto agricolo nel commercio estero e tra i principali fautori del surplus commerciale del totale made in Italy, dove incide per quasi il 14%.
Per il presidente di Unione Italiana Vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, “l’Italia sta progressivamente strutturando le proprie imprese vinicole nel rispetto delle varietà produttive, che sono la vera ricchezza del nostro vino. La strada è quella giusta, anche se manca ancora molto per avvicinarsi alla superficie media dei nostri principali competitor, come Australia, Usa e Nuova Zelanda o, più vicino a noi, di una Francia che conta una dimensione media per azienda di 5 volte superiore alla nostra”.
Rispetto a venti anni fa, la numerosità delle aziende è calata con maggior evidenza al Centro (-75%), con trend sopra la media anche nel Nord Ovest (-70%). Tra le regioni, la Campania, che nel 2000 vantava il maggior numero di compagini (86.000), oggi ne conta poco più di 22.000 con un calo del 74% anche se la “maglia nera” è del Lazio che somma la maggiore la riduzione (-83%). Secondo l’ultimo censimento Istat è la Puglia a contare il maggior numero di imprese (36.000), seguita dalla Sicilia (30.000) e dal Veneto (27.000). Meno aziende ma con appezzamenti in media più grandi, specie al Nord Italia, dove la superficie media della vigna è di 3,4 ettari, contro una media nazionale a 2,5 (erano 0,9 nel 2000 e 1,6 dieci anni dopo). Guardando alla superficie vitata, i picchi si riscontrano in Friuli Venezia Giulia (5,5 ettari), poi, 4 in Lombardia 3,8, in Veneto (che ha la crescita maggiore: +295%), 3,6 in Toscana, 3,4 in Piemonte. Secondo Uiv, sono 255.000 le aziende viticole, che rappresentano il 23% del totale delle imprese agricole 1,1 milioni censite da Istat. Nella speciale classifica per incidenza vino sul totale imprese, vince il Trentino con un impatto del 43%, seguito dal Veneto, al 32%, e dalla Toscana ed Emilia-Romagna (31%). Ben sopra la media anche Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Campania, Umbria e Marche.

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