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VINO E TERRITORIO

Meno vendite, ma più guadagni, grazie ad organizzazione ed investimenti: il bilancio 2025 di Caviro

Raddoppia il risultato netto, migliora la marginalità per il colosso della cooperazione romagnola. Ricavi a 351 milioni di euro, tra vino e bioenergia
BILANCIO, CANTINE COOPERATIVE, EMILIA ROMAGNA, FATTURATO, GRUPPO CAVIRO, Italia
I vertici di Caviro, tra i leader del vino italiano

Meno volumi, ma più marginalità, grazie ad una accurata organizzazione aziendale e ad investimenti in innovazione, tecnologia e bioenergia, con una strategia che ruota intorno al suo brand più conosciuto in assoluto, il Tavernello, ma non solo: è decisamente positivo il bilancio di esercizio (chiuso ad agosto 2025) del Gruppo Caviro, gigante dalla cooperazione romagnola ed italiana, che mette insieme 11.500 viticoltori e oltre 34.000 ettari di vigneti in 8 regioni del Belpaese, e che racconta di ricavi consolidati a quota 351 milioni di euro, con un risultato netto di 2,3 milioni di euro (più che raddoppiato rispetto agli 1,1 del 2024), un ebitda di 29 milioni di euro (8,3% sui ricavi), e una posizione finanziaria netta che si riduce passando da 80,3 a 66,5 milioni di euro, con i mezzi propri in aumento a 128 milioni di euro ed un relativo miglioramento dell’autonomia finanziaria, come spiega una nota. Un risultato notevole, per un gruppo che è leader in Italia per quota di mercato, e che alla tradizione portata avanti da migliaia di viticoltori affianca un cuore tecnologico all’avanguardia (come abbiamo raccontato in questo video).
Ma come già emerso dalla lettura dei bilanci di altre importanti realtà della cooperazione (come le trentine Cavit e Mezzacorona), emerge la consapevolezza delle difficoltà che il settore sta attraversando.
“Lo scenario socio-politico impone una riflessione sulla ridefinizione degli equilibri globali, un cambiamento costante con cui Caviro è chiamata a confrontarsi - sottolinea Carlo Dalmonte, presidente Gruppo Caviro - a questo si aggiungono le sfide del comparto vitivinicolo: il calo strutturale dei consumi a livello mondiale è un fenomeno complesso, che non può più essere affrontato esclusivamente attraverso la ricerca di nuovi mercati. In un anno così impegnativo, siamo orgogliosi di aver difeso la marginalità del Gruppo. I risultati ottenuti non sono un traguardo, ma rappresentano una base su cui costruire il nuovo esercizio e affrontare i prossimi mesi di lavoro”.
Stringendo sul vino, spiega Caviro, “come già avvenuto nel fiscal precedente, i risultati positivi del comparto vino hanno trainato l’anno fiscale 2024-2025. Attraverso un attento controllo dei costi e alla diversificazione della propria gamma, l’azienda è riuscita a consolidare la propria quota di mercato garantendo una crescita costante dei margini, pur a fronte di un calo dei volumi di vendita”.
“Coerentemente con la strategia definita è stata consolidata la divisione vino in due asset - aggiunge Giampaolo Bassetti, dg Gruppo Caviro - da una parte, Cantine Caviro, con tutti i marchi che sono la massima espressione dei soci viticoltori, da Nord a Sud. Dall’altra Tenute Caviro, nata con lo scopo di valorizzare le realtà radicate nelle aree più vocate d’Italia e sotto il cui cappello rientrano ad oggi i territori del Chianti e della Valpolicella dove il Gruppo vanta aziende di proprietà con le società controllate Leonardo Da Vinci Spa e Gerardo Cesari Spa”.
In particolare, spiega la cooperativa, “la divisione Tenute Caviro ha registrato performance eccellenti sia nel canale Horeca, consolidando la presenza nella ristorazione di alto livello e nell’hôtellerie, sia nella Gdo, dove il rafforzamento della distribuzione ha garantito risultati soddisfacenti. Sul fronte del mass market, il gruppo ha intrapreso un deciso rafforzamento del segmento daily in Gdo, facendo leva sull’iconicità di Tavernello e su una strategia di diversificazione che intercetti i nuovi trend di consumo, come dimostrato dal lancio di Tavernello Spritz. Grazie ad azioni mirate al mercato e a campagne olistiche, come quelle focalizzate su Tavernello Frizzante che ha registrato performance con incrementi di vendita a volume sostanziali - spiega ancora il Gruppo - si conferma la capacità di Caviro di innovare il linguaggio del vino quotidiano. In questa prospettiva, Tavernello si appresta ad affrontare nel 2026 un profondo piano di rilancio, sviluppo e comunicazione, confermandosi il brand più iconico del Gruppo”.
Ma come detto, in questi anni, Caviro ha investito anche in altri comparti, come quello “Materia e Bioenergia”, dove il Gruppo “ha consolidato la propria leadership nell’economia circolare grazie ad una serie di investimenti realizzati nell’ultimo biennio e che hanno interessato, in modo particolare, la controllata Caviro Extra”.
“Nel 2025 - evidenzia Valentino Tonini, dg Gruppo Caviro - sono stati portati a termine una serie di investimenti straordinari, primo tra tutti il nuovo impianto di Faenza per la produzione di acido tartarico naturale: un progetto da 20 milioni di euro che porta in Romagna una produzione d’eccellenza raddoppiando la nostra capacità di trasformare gli scarti in risorse nobili per i mercati globali. A questo si è aggiunto, poche settimane fa, il rinnovo dell’accordo quadro tra Herambiente e Caviro Extra che estende fino al 2035 la joint venture paritetica Enomondo per il recupero di biomasse e la produzione di energia rinnovabile e fertilizzanti naturali”.
Ma l’esercizio 2024-2025, spiega ancora Caviro ha segnato anche investimenti tecnici nel settore vino, con un focus mirato all’efficientamento dei processi e alla transizione ecologica. Gli interventi hanno interessato asset chiave per la competitività aziendale, unendo l’innovazione tecnologica al rispetto degli obiettivi Esg. “Abbiamo finalizzato progetti di alto profilo tecnologico - commenta il dg, Giampaolo Bassetti - come l’impianto agrivoltaico avanzato, il più grande d’Italia, andato a pieno regime nel corso del fiscal, che ci consente di coniugare la tutela delle colture con l’autosufficienza energetica. Sono passi concreti verso un modello produttivo sicuro e resiliente, in linea con il nostro storico impegno nell’economia circolare, che dimostrano come l’innovazione possa tradursi in valore ambientale e sociale”.

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