Ancora una nicchia, ma sempre più conosciuti, coltivati e vinificati, i cosidetti vitigni Piwi, ovvero le nuove varietà di vite resistenti, sono uno dei fenomeni vinicoli più interessanti degli ultimi anni. E saranno anche protagonisti del “Merano Wine Festival” 2021, di scena dal 5 al 9 novembre a Merano, dove si assaggeranno, si approfondiranno, e dove sarà presentata anche la prima rete di imprese italiana a loro dedicati. Ovvero “Resistenti Nicola Biasi”, progetto che riunisce sei cantine accomunate dallo stesso consulente enologo Nicola Biasi ed dalla medesima impresa vitivinicola: la produzione di vini da vitigni resistenti. Che sono Albafiorita, Ca’ Apollonio, Colle Regina, Della Casa, Poggio Pagnan e Vin de La Neu dello stesso Nicola Biasi. Tutte provenienti da territori diversi - tra Friuli, Veneto e Trentino, dal mar Adriatico alle Dolomiti - che, attraverso i vini, “hanno dimostrato e stanno dimostrando che il binomio alta qualità - reale sostenibilità esiste”. Una novità nel panorama enologico nazionale, che farà il suo debutto, domani, a Merano, sotto la guida di Nicola Blasi, produttore di “Vin de la Neu” - un bianco da uve resistenti Johanniter prodotto a quota quasi mille metri nella Val di Non - che riceverà il “Platinum Award“ 2021 di “The Wine Hunter”, ed è stato premiato tra i “Cult Oenologist” 2021, nell’anteprima di “Merano Wine Festival”. Dove sarà di scena anche il talk show “Piwi. I vitigni resistenti, una nuova frontiera verso la sostenibilità vitivinicola” (di scena in Hotel Therme, a Merano, 6 novembre alle ore 15). “La sostenibilità è un concetto che richiede azioni concrete. I vitigni Piwi, resistenti alle malattie fungine, rappresentano la migliore e in alcuni casi l’unica strada - afferma Nicola Biasi - per una reale viticoltura che si prende cura dell’ambiente e lo rispetta. Non a caso si parla di “vini e vitigni del futuro”. Abbiamo il dovere morale di pensare alle generazioni che verranno, lasciando loro un ecosistema che sia salubre e trasmettendo il sapere vitivinicolo che mira all’eccellenza e rende il Belpaese famoso in tutto il mondo. Credo che tutto ciò sia possibile con la viticoltura resistente”.
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