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VINO & MUSICA

Metti un sound designer in cantina per “catturare” i suoni della produzione di vino in Valpolicella

Tommasi affida a “The Wine Record”, concept album musicale dell’artista Giacomo Ceschi, il racconto della nascita del De Buris Amarone Riserva 2010

Se per raccogliere i brani di musica e vino non basterebbe un cofanetto musicale, una “collezione” di melodie e canzoni, tra cui molti cult, in cui l’uno ispira l’altra dalla “notte dei tempi”, questa volta i suoni sono direttamente quelli, spesso impercettibili, della natura “catturati” nei vigneti della Valpolicella Classica, e che scandiscono il ritmo, a volte incalzante a volte lentissimo, della produzione di un grande vino, dalla vinificazione all’imbottigliamento. Nasce così “The Wine Record”, il concept album musicale dell’artista e sound designer Giacomo Ceschi con il quale anche Tommasi, storica griffe della Valpolicella, affida al linguaggio universale della musica il racconto della produzione della nuova annata 2010 del suo Cru più prezioso, il De Buris Amarone della Valpolicella Classico Docg Riserva. Otto tracce musicali che uniscono i suoni delle fasi di produzione del vino alla traduzione sonora dei dati meteorologici di un’annata emblematica nel rappresentare l’essenza della Valpolicella, creando sonorità singolari e inedite.
Un’originale opera enologica e musicale, con tracce che vanno da “La chiave”, dedicata alla parcella De Buris, del vigneto La Groletta, il terroir dove tutto ha inizio, nel cuore della Valpolicella Classica, a “La pausa”, che traduce in musica l’appassimento, un “respiro” lungo 110 giorni, dopo la vendemmia; da “La composizione”, ovvero i “suoni” della vinificazione, dopo l’appassimento delle uve, la pigiatura, una breve fase di criomacerazione e di fermentazione in tini di rovere, in un “adagio” di 30 giorni, a “L’accento”, dedicato al riposo per cinque anni, nel silenzio delle botti di rovere nella cantina di Villa De Buris, la più antica della Valpolicella Classica; da “Il ritmo” dell’imbottigliamento, incalzante, concitato, tra i tintinnii delle bottiglie e i cadenzati passi dei macchinari, a “Il crescendo”, nella quale è l’affinamento a “spartire” le note, sedimentando l’armonia costruita nel tempo; da “L’accordo”, quando finalmente il vino è pronto ed ha trovato la sua intonazione, a “Il solo”, nella quale l’assaggio di un grande vino è “musica” per i sensi.
E dalla musica all’arte, nasce anche il “Premio De Buris”, in collaborazione con ArtVerona, voluto dalla famiglia Tommasi per valorizzare la creatività di tutti i giovani artisti figurativi italiani e stranieri under 35, con l’acquisizione di un’opera che esprima l’essenza dell’annata 2010 di De Buris e sappia esaltare il “lusso del tempo” (il De Buris richiede 10 anni per la sua produzione, e nell’annata 2010 è stato prodotto in 8.268 bottiglie e 150 Magnum), e assegnato, per la prima volta, a Marco Rossetti della Galleria Nicola Pedana con “Fare il deserto per emergere e distinguersi”.

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