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MIELE: OCCHIO ALL’ETICHETTA! BRUXELLES HA RIAPERTO LE IMPORTAZIONI DALLA CINA. GLI “STATI GENERALI” DEL SETTORE, IN TOSCANA, A MONTALCINO, DAL 10 AL 12 SETTEMBRE

“Cari consumatori fate attenzione all’etichetta del vostro miele preferito e scegliete quello che ha l’orgoglio di dichiarare la propria carta d’identità”: il consiglio è degli apicoltori italiani preoccupati, e non a torto, dall’arrivo massiccio e imminente sui nostri mercati del miele cinese. Quello stesso miele dagli “occhi a mandorla” in cui da anni si ritrovano adulterazioni e sofisticazioni, e che soltanto due anni fa era stato bandito in tutto il mondo e dall’Europa perché contenente un antibiotico killer (il temibile cloramfenicolo) e oggi “riammesso” sui nostri banchi di vendita, previa una semplice autocertificazione da parte dell’esportatore cinese. Una scelta leggera questa di Bruxelles, dove si sacrifica la certezza della salubrità agli interessi di scambio economico/commerciale considerato d’importanza “prevalente e superiore”, secondo il giudizio degli apicoltori italiani che, dal 10 al 12 settembre, si riuniranno in Toscana a Montalcino per la “Settimana del Miele” (10/12 settembre), gli “Stati Generali” dell’apicoltura italiana nonché più importante kermesse del settore. E proprio da Montalcino partirà un’ampia riflessione su questa apertura che non convince il popolo del miele perché non tutela a sufficienza i consumatori ed espone al rischio di “inquinamento” l’immagine e la credibilità di tutto il miele incluso quello europeo ed italiano (mucca pazza docet).
Gli apicoltori italiani, per precauzione, invitano allora “a leggere con attenzione quanto riportato in etichetta”. E la nuova normativa europea d’etichettatura del miele fornisce un piccolo e parziale aiuto ai consumatori: dal 1 agosto, infatti, è entrata in vigore, a livello comunitario, la cosiddetta etichetta di origine obbligatoria per i mieli che provengono da un solo paese - misura utile per riconoscere e distinguere il prodotto italiano da quello di importazione - che impone di indicare il paese in cui il miele è stato prodotto.
“Una normativa importante, attesa da anni da tutto il settore - spiega Francesco Panella, presidente dell’Unione Nazionale degli Apicoltori Italiani - che, finalmente, consente al consumatore di scegliere i mieli che hanno l’orgoglio ed il coraggio di declinare la propria carta d’identità e d’origine. Solo i prodotti artigianali, però, pongono adeguatamente in risalto in etichetta nome, cognome ed indirizzo; quelli di origine industriale, invece, si avvalgono di un escamotage: quando il miele proviene da più Paesi l’Unione Europea consente di utilizzare la definizione di “Miscela di mieli”, impedendo di avere informazioni di sorta sull’origine del prodotto. I consumatori hanno, quindi, un elemento in più per la loro scelta ma debbono essere consapevoli che, al termine “miscela di mieli”, può corrispondere ad un prodotto frutto di lavorazioni industriali con l’aggravante che possa contenere nella “miscelata” del “miele” d’origine cinese.

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