“Una decisione che, inevitabilmente, comporta danni significativi prima di tutto all’intero comparto agricolo, oltre che alle nostre aziende”: così il presidente di Agrofarma Luigi Radaelli esprime “sorpresa e delusione” per le dichiarazioni del Ministro Zaia sulla sospensione dei neonicotinoidi, ritenuti responsabili del fenomeno della moria delle api, anche per la prossima annata agraria.
“Questo anche in ragione del fatto che non siamo ancora a conoscenza delle nuove evidenze scientifiche che hanno portato a questa decisione” sottolinea poi il presidente dell’associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica. Tuttavia, annunciano le imprese degli agrofarmaci, “continua la nostra disponibilità, già da tempo dichiarata, a collaborare per la ricerca di soluzioni in grado di consentire la convivenza di agricoltura e apicoltura”.”Siamo da tempo disponibili - conclude il presidente di Agrofarma - all’avvio di un percorso comune in grado di salvaguardare contestualmente agricoltura e apicoltura. Le proposte avanzate dal Ministro sono da noi condivise, tanto da averle anticipate già da tempo, è giunto il momento di porre fine alle dichiarazioni e di avviare una concreta collaborazione”.
Dal fronte opposto, arrivano invece segnali molto positivi alla scelta del Ministro Zaia di sospendere i neonicotinoidi: “dopo mesi in cui, da un lato gli apicoltori testimoniavano l’ottima salute degli allevamenti apistici nelle zone maisicole, ma non veniva espresso da parte dei responsabili ministeriali alcun giudizio sul monitoraggio degli alveari, il Ministro Zaia, finalmente, ha confermato che in questa annata, con i prodotti sospesi, ci sono state solo due segnalazioni di moria di api, contro decine e decine di segnalazioni delle campagne precedenti”. Lo ha affermato il presidente dell’Unaapi (Unione Apicoltori Italiani) Francesco Panella commentando la decisione del ministro Zaia di sospendere gli insetticidi neonicotinoidi anche nel 2010. Secondo Panella “il Ministro ha dimostrato grande indipendenza di giudizio”. Gli apicoltori italiani “auspicano che il divieto di questi insetticidi killer delle api sulla coltura del mais porti veramente alla costruzione di prodotti e pratiche alternativi anche per tutte le altre colture su cui sono in uso sempre di più molecole incompatibili con la vita e la fertilità”.
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