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ALLA SCOPERTA DEL CILENTO

Nasce “Il Cammino delle Terre della Dieta Mediterranea”, trekking che omaggia la “tavola perfetta”

Nove tappe da Ascea a Paestum, passando per Pollica: 141 km incontrando pescatori e agricoltori che hanno contribuito al riconoscimento Unesco

Da Ascea fino a Paestum: un trekking di 141 km che abbraccia tutto il Cilento e omaggia la Dieta Mediterranea, la migliore al mondo, Patrimonio Culturale Immateriale Unesco. Là, dove negli anni Cinquanta nacque tutto, più precisamente nel Comune di Pollica. Non solo, appunto, soltanto “una dieta”, ma un concetto: un paradigma di sviluppo e agricoltura sostenibile che promuove uno stile di vita sano e un modello che racchiude un mondo di tradizioni e relazioni. Un elemento irrinunciabile di prevenzione e benessere, studiato e consacrato dal fisiologo americano Ancel Keys, che per primo - insieme a sua moglie Margaret - capì quale fosse il segreto della longevità e del benessere degli abitanti delle coste del Mediterraneo: ovvero pasti equilibrati composti da cereali, frutta, verdura, olio, un raro consumo di carne rossa e uno più moderato di quella bianca e del pesce. E poi legumi, uova, latticini, dolci e, ovviamente, anche un po’ di vino.
Pollica, appena 2.000 abitanti in provincia di Salerno, nel Cilento, è ancora oggi l’epicentro di una serie di progetti culturali a tema. L’ultimo nato in ordine di tempo è “Il Cammino delle Terre della Dieta Mediterranea”, un percorso che attraversa il Cilento in modalità slow, alla scoperta del “vivere mediterraneo” e del suo patrimonio archeologico, antropologico e naturalistico. Nove tappe, da costa a collina. Si parte da Ascea, l’antica Velia città-stato della Magna Grecia, passando per la stessa Pollica e gli altri Comuni, sia affacciati sul mare che entroterra, fino ad arrivare a Paestum, l’antica Poseidonia dei greci: un viaggio attraverso parchi archeologi e siti che trasudano storia incontrando pescatori, coltivatori, produttori, cuochi e tutti quei soggetti che tengono vivo ancora oggi il concetto di Dieta Mediterranea.

Focus - La storia della Dieta Mediterranea Unesco
Nel 1944 il biologo e fisiologo Ancel Keys era nel Cilento con le truppe americane. Aveva inventato le famose “razioni K”, risorsa alimentare compatta per i soldati. Durante la permanenza si accorse di come gli abitanti del posto, nonostante la povertà e la guerra, godessero di alte aspettative di vita, molto superiori a quelle registrate in Usa, e anche di una bassa incidenza di malattie cardiovascolari. Indagando scoprì come le abitudini alimentari della popolazione svolgessero un ruolo protettivo, specialmente grazie ai prodotti locali e stagionali ricchi di fibre, antiossidanti e acidi grassi insaturi.
Keys si stabilì così a Pioppi, frazione sul mare di Pollica, insieme alla moglie Margaret, anche lei ricercatrice, trasformando il villaggio di pescatori nel centro nevralgico di una rivoluzione. I loro studi approdarono a una sintesi: la Dieta Mediterranea entrò definitivamente nel vocabolario nel 1975 dopo la pubblicazione del libro “Eat well and stay well, the Mediterranean way”. Seguirono altre pubblicazioni e ricerche. Keys visse a Pioppi fino alla sua morte nel 2004, all’età di 100 anni.
Nel 1998 a Pioppi è stato inaugurato il Museo della Dieta Mediterranea, mentre nel 2003 il Comune di Pollica ha sottoscritto il Manifesto Cittàslow. Nel 2008 nasce l’albergo diffuso “Pollica Città Slow Host and Food” fino all’atteso riconoscimento mondiale nel 2010. Merito di Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” che dal 2007 si era fatto promotore del progetto e aveva partecipato attivamente al negoziato. Tragicamente ucciso in un attentato di sospetta matrice camorristica, è a lui che viene dedicato il certificato Unesco il 16 novembre 2010, pochi mesi dopo la sua morte.
Nel 2011 viene istituito il Centro Studi Dieta Mediterranea a lui intitolato e a partire dal 2016 vengono condotte e pubblicate le ricerche del progetto Ciao, uno studio pilota sul Cilento riguardante i temi della longevità. Nel 2020 nasce il Paideia Campus, in collaborazione con il Future Food Institute, il Pollica Living Lab e viene varato il Food Scape Urban Development Plan per la governance dello sviluppo urbano, in linea con i principi della Dieta Mediterranea. Nel 2022 apre il Consorzio per la valorizzazione turistica delle Terre della Dieta Mediterranea. Nel 2024 nasce “Il Cammino delle Terre della Dieta Mediterranea”

Focus - Il percorso de “Il Cammino delle Terre della Dieta Mediterranea”
Il trekking si estende attraverso tutto il territorio cilentano, abbracciando costa e collina. I punti di partenza ed arrivo ricalcano le antiche vestigia greco-romane, collegando Elea/Velia e Poseidonia/Paestum, intersecando varie dimensioni di scoperta: l’antropologia del popolo cilentano, il pensiero filosofico occidentale, la cultura enogastronomica, l’archeologia, il paesaggio, l’esperienza multisensoriale di un viaggio nel benessere e il concetto di lentezza. I Comuni coinvolti sono Ascea/Velia, Casalvelino, Pollica, San Mauro-Cilento, Serramezzana, Montecorice, Castellabate, Agropoli, Ogliastro Cilento, Cicerale, Giungano, Trentinara e Capaccio/Paestum. Il percorso attraversa il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, che ospita il più alto tasso di biodiversità in Italia. All’interno troviamo 28 Siti di Importanza Comunitaria (SIC), 8 Zone di Protezione Speciale e 3.200 - 3.500 specie vegetali, oltre a siti archeologici come le Grotte Paleolitiche di Marina di Camerota ed i Parchi di Paestum e Velia. La stessa Pollica si trova nei pressi del Parco Archeologico di Elea, culla di una delle più famose Scuole filosofiche dell’antica Grecia, fondata nel VI secolo A.C. e successivamente ribattezzata Velia dai Romani: un sito che oggi custodisce con cura le tracce del pensiero di Parmenide, il “filosofo-fisico” e “filosofo-medico”, e dei suoi allievi Zenone e Melisso.

Focus - I prodotti della Dieta Mediterranea lungo il “Cammino”
I produttori di Pollica e delle Terre della Dieta Mediterranea trasformano quotidianamente le potenzialità del territorio in eccellenza. Ecco i prodotti tipici.
Fusillo di Felitto: una pasta all’uovo artigianale, fatta con semola di grano duro e olio extra vergine di oliva. Ha la forma di un maccherone forato ed è lavorata manualmente con un ferretto d’acciaio. Il suo colore varia dal giallo chiaro al giallo intenso.
Alici di Menaica: pescate con un’antica tecnica a Marina di Pisciotta, queste alici si distinguono per la carne chiara e il profumo delicato. Perfette sia crude che cotte, fresche o conservate sotto sale o marinate.
Oliva Salella Ammaccata: olive polpose, raccolte prima della maturazione, ammaccate con una pietra di mare una ad una, snocciolate e immerse in acqua per 5 giorni. Successivamente vengono messe in salamoia e condite con olio extravergine, aglio, origano o timo, chiuse in barattolo e pronte per essere gustate.
Fico Monnato di Prignano Cilento: Fichi Bianchi del Cilento D.O.P., della varietà “Dottato”. A Prignano Cilento vengono sbucciati a mano e poi essiccati, mantenendo un gusto dolce e raffinato.
Fagiolo di Controne: fagioli bianchi coltivati sui fertili terreni di Controne, che si spingono fino alle pendici dei Monti Alburni. Celebri per non spaccarsi durante la cottura, sono perfetti per zuppe e piatti tradizionali.
Fagiolo di Casalbuono: in questo piccolo paese del Vallo di Diano si coltivano ben sette varietà di fagioli, con due rampicanti riconosciute da Slow Food: la sant’antere e la panzariedda.
Maracuoccio di Lentiscosa: un legume selvatico dalle origini antichissime, simile a un pisello ma di colore verde scuro-marroncino, tipico della zona di Lentiscosa, vicino Camerota.
Ceci di Cicerale: piccoli e rotondi, questi ceci sono più dorati di quelli comuni e hanno un sapore particolarmente intenso, grazie ai terreni ricchi di sali minerali dove vengono coltivati.
Salsiccia e Soppressata del Vallo di Diano: frutto di una tradizione norcina secolare, queste carni stagionate beneficiano del clima di alta collina, esaltando i sapori autentici e genuini.
Soppressata di Gioi: prodotto, probabilmente, fin dal XI secolo, è l’unico salame lardellato della Campania, ricavato solo con la coscia del suino e maturato per 40-45 giorni in ambiente naturale.
Carciofo Bianco di Pertosa: coltivato nelle terre attraversate dal fiume Tanagro, dai 300 ai 700 metri di altezza, questo carciofo chiaro resiste anche alle basse temperature, ed è particolarmente dolce, perfetto anche crudo in pinzimonio.
Cacioricotta del Cilento: un formaggio che combina le tecniche di cacio e ricotta. Può essere consumato fresco o stagionato, sviluppando un gusto scaglioso e leggermente piccante.

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