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RILANCIO DEL “VIGNETO EOLIE”

Nasce la “Carta dei Vini delle Malvasie” ed un nuovo piano di comunicazione e sviluppo delle Eolie

Il nuovo Consorzio della Malvasia delle Lipari Doc e Igp Salina fa rete tra produttori e scommette anche sulla versione secca della Malvasia

Un vigneto piccolo e pregiato, simbolo di una viticoltura eroica indissolubilmente legata al suo territorio, dove nasce un vino leggendario e fortemente identitario, che contribuisce a mantenere una tradizione antichissima che è poi la stessa cultura locale, ma anche ad affermare un modello imprenditoriale centrato sulla qualità e che ha nel suo Dna la natura come patrimonio propulsivo ed attorno a cui ruota tutta la comunità. Un modello che oggi guarda sempre più avanti, puntando sul valore di un’economia sana, che può crescere grazie alla rete tra i produttori e ad una nuova dimensione contemporanea della Malvasia, con la sua versione anche secca, ed ad una nuova stagione di sviluppo e comunicazione, in cui il sistema enoturistico si basa sul vincente rapporto tra paesaggio, cultura, tipicità ed enogastronomia. Ecco il “vigneto delle Eolie” che, sotto l’insegna del neonato Consorzio di Tutela della Malvasia delle Lipari Doc e Igp Salina, riparte da una nuova strategia per raccontare anche sulla terraferma il valore di una produzione ed assicurarne il futuro, e lanciando la “Carta dei vini della Doc e Igt delle Lipari”, uno strumento utile a valorizzare e a comunicare non solo le aziende ma anche le diversità che ogni isola trasferisce ai suoi vini, con un racconto sulle peculiarità delle Malvasia e sull’impronta enologica che ciascun produttore ha voluto trasmettere, ma anche una proposta collettiva di degustazione offerta stabilmente nei luoghi del vino della Sicilia, a partire dalle enoteche regionali e dagli spazi culturali.
Una “Carta” nata nel “Malvasia Day” , l’edizione n. 10 dell’evento dedicato alla viticoltura eroica delle isole siciliane e all’antico vitigno “principe” delle Eolie, e primo aperto al pubblico dopo le restrizioni, nei giorni scorsi a Salina, e primo con la regia del Consorzio con il riconoscimento dell’Erga Omnes, dopo quelli promossi alla Tenuta di Capofaro dalla storica famiglia Tasca d’Almerita per valorizzare l’intero e particolarissimo tessuto produttivo, ma anche la filiera della ristorazione e per rilanciare il turismo della più forte e rinomata attività economica delle Eolie, in sinergia con gli albergatori riuniti nell’Associazione Salina Isola Verde, cercando di migliorare e qualificare l’accoglienza con particolare attenzione agli aspetti culturali e naturalistici. E grazie ad aziende come Barone di Villagrande e Caravaglio, Colosi e D’Amico, Fenech ed Hauner, Punta Aria e Virgona, Barbanacoli, Eolia e Tenuta di Castellaro, accanto alla Tenuta Capofaro, le 12 cantine oggi riunite nel Consorzio.
Un segno di fiducia nella ripartenza ma anche il risultato di un “lavoro di squadra” che ha portato “all’affermazione di una ritrovata unità di intenti nei produttori, anche in sinergia con la filiera del turismo e della ristorazione - spiega Mauro Pollastri, presidente del Consorzio - ma anche dell’eclettismo produttivo della Malvasia nelle sue diverse Denominazioni e tipologie, soprattutto nella versione secca. Dalle Eolie escono vini bianchi di straordinaria eleganza e intensità, dobbiamo farne scoprire il valore enologico identitario anche fuori dai nostri territori. Lavoreremo intensamente per questo”. “Un’edizione del “Malvasia Day” che ha affermato il valore di un’economia sana, che trova il supporto di viticoltori esperti e un rinnovato slancio nell’Erga Omnes - secondo il vicepresidente del Consorzio Ivo Basile - e quindi nella possibilità per il Consorzio di svolgere funzioni di tutela e sviluppo per la nostra Denominazione, per un “vigneto Eolie” piccolo, costoso, e che non può non crescere guardando al valore a alla rete tra i produttori”. Parole a cui si aggiungono quelle del vigneron Carlo Hauner, nel sottolineare come quanto seminato negli anni stia portando i suoi frutti in comparti diversi.“Viviamo in una terra di mare e tramonti mozzafiato, di viticoltura estrema ed eccellenze culinarie come il cappero, Presìdio Slow Food da quasi vent’anni, che trova in quest’accogliente oasi una destinazione ideale per il turismo enogastronomico di qualità”, dice anche Daniela Virgona, produttrice e presidente del Consorzio di Tutela del Cappero e Cucuncio di Salina. Per Dario Cartabellotta, direttore regionale del Dipartimento Agricoltura dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, che per la prima volta ha sostenuto l’evento, “le isole rappresentano un modello di agricoltura mediterranea sostenibile e multifunzionale, coerente con il “Green Deal” e il “Farm to Fork” della nuova politica agricola comunitario. Come già fatto con il bando 4.1 degli investimenti del Psr, si continuerà a prevedere la riserva finanziaria per chi vuole investire nelle perle del Mediterraneo”.
Intanto, “tra le diverse versioni della Malvasia delle Lipari, particolari apprezzamenti sono arrivati per la versione secca, ideale per un aperitivo al mare, ma adatta ad ogni momento della giornata - racconta il produttore Piero Colosi - è un bere più contemporaneo, attento alle nuove generazioni che esprimono un bisogno di novità. La Malvasia, nella sua poliedricità produttiva, può esserne un punto di riferimento, soprattutto nei consumi fuori dal pasto”. Queste Malvasie si distinguono per la facilità di beva, per i profumi ammalianti e intensi e anche la una gradazione più moderata. Sempre nel segno dell’eccellenza invece le versioni classiche Malvasia delle Lipari passito, oggi conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, nelle diverse tipologie ammesse dal disciplinare rigoroso e ed attento alla tutela del territorio.
Le isole Eolie già nel paesaggio, anticipano la chiave di interpretazione di una comunità agricola che ha nel tempo modellato il suo habitat economico e rurale, affermando un modello di viticoltura eroica, spesso caratterizzata da terrazzamenti e pendenze dove il segno della fatica, ma anche della passione, viene a costituire quella unicità di condizioni pedoclimatiche proprie dei terroir vulcanici. Qui i vigneti terrazzati con i tipici muretti a secco, raccontano storie di uomini, tradizioni e territorio che danno vita a produzioni d’eccellenza, grazie al lavoro quotidiano di vignaioli e agricoltori che si impegnano a rispettare l’ambiente e la biodiversità di queste terre marine. La Malvasia è la varietà principe che ha vissuto la leggenda dei grandi vini dolci naturali, scoperti dagli inglesi e dai regnanti di mezza Europa. Un vino reso unico dal calore siciliano, dal vento eoliano che soffia dal mare e dalla dedizione umana che si impegna ad allevare vigneti ricchi di storia, valori e cultura.

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