Tra i motivi per cui i consumi di vino stanno calando in tutto il mondo, in particolare tra le nuove generazioni, c’è quello salutistico, spiegano gli analisti: e non si tratta solo degli effetti dell’alcol come ipotetica causa di cancro e altre malattie, ma anche delle sue conseguenze sul peso. Il vino - e gli alcolici in generale - contengono infatti calorie “vuote” e, se assunti in maniera eccessiva, fanno ingrassare. Adesso negli Stati Uniti ci si mette di mezzo anche l’Ozempic, il nuovo farmaco per perdere peso (nato in realtà per i diabetici) che sta spopolando tra celebrities e gente comune, e che sarebbe incompatibile con l’alcol. Il risultato è che, secondo ristoratori e addetti ai lavori, i consumi di vino sono drasticamente calati anche per colpa dei medicinali dimagranti, come riporta il magazine “The Drink Business”.
Ozempic è un farmaco iniettabile progettato per trattare il diabete di tipo 2, ma che viene sempre più utilizzato tra i non diabetici come coadiuvante per la perdita di peso: agisce aiutando il pancreas a produrre più insulina, che abbassa la glicemia. Secondo un sondaggio Kff, 1 adulto su 8, negli Stati Uniti, ha assunto Ozempic o un altro farmaco GLP-1 (tra i più noti ci sono Wegovy e Mounjaro), e metà di loro, il 6% degli adulti, ovvero più di 15 milioni di persone, li sta attualmente assumendo su prescrizione medica. Questi dati peraltro non prendono in considerazione la quantità di Ozempic e altri farmaci equivalenti che viene acquistata negli Stati Uniti senza prescrizione, il che significa che il numero reale è nettamente superiore.
Il crescente uso di Ozempic potrebbe dunque finire per avere un impatto sul commercio di bevande, poiché coloro che assumono il farmaco segnalano di aver sperimentato un calo dell’appetito, sia per il cibo che per l’alcol. Chi ha esplorato in dettaglio la relazione tra Ozempic e il consumo di alcol è la farmacologa Elizabet Jerlhag dell’Università di Goteborg, in Svezia. Jerlhag ha studiato per diversi anni come i farmaci GLP-1 come Ozempic riducano il consumo di alcol nei ratti.
Un altro scienziato che affronta lo stesso argomento è Christian Hendershot, psicologo e ricercatore sulle dipendenze all’Università della Carolina del Nord, che sta conducendo studi clinici volti a comprendere come i farmaci GLP-1 possano alterare le abitudini di consumo di alcol e fumo delle persone. Studi condotti su animali e umani come soggetti di prova hanno scoperto che i farmaci GLP-1 riducono il rilascio di dopamina quando si consuma alcol. La dopamina è associata al centro di ricompensa del cervello, che porta a sensazioni di piacere e al desiderio di ripetere un certo comportamento per provare di nuovo quelle belle sensazioni. Se la dopamina non viene più attivata quando qualcuno beve alcol, c’è poca o nessuna motivazione a bere un altro sorso di birra o a comprare un altro bicchiere di vino.
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