Era nell’aria da un po’, i grafici che riassumono l’andamento delle esportazioni enoiche verso la Cina mostrano da mesi il crollo della Francia e la crescita impetuosa dell’Australia, ma adesso il sorpasso è realtà: nel primo quadrimestre 2019 i vini d’Oltralpe perdono lo scettro dei più importati, a valore, da Pechino, dopo un calo, l’ennesimo, del -31%, con i vini australiani che, crescendo nello stesso periodo del +1,3%, diventano i più venduti sul mercato più grande d’Asia, come raccontano i dati Euromonitor International. L’Italia, nel frattempo, torna a crescere, almeno secondo i dati Istat, con un trend a valore a +7,9% (40,8 milioni di euro).
Sul fronte dei volumi, invece, il Cile diventa il primo fornitore, superando proprio Australia e Francia, nonostante un calo delle importazioni cinesi, sempre nel primo quadrimestre 2019, del -20%, con un conseguente calo a valore del -15%. Passi indietro importanti, ma la Cina rimane la meta d’elezione del futuro per chi produce vino e non solo: le previsioni per il 2022, infatti, parlano di una crescita dei consumi di alcolici al ritmo del +10,1% annuo, con il mercato del vino che pesa, e continuerà a pesare, per il 18,4%, con una crescita complessiva del 74% nel giro di due decadi.
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