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IL BOLLETTINO

Nel primo trimestre 2024 segnali positivi per l’export mondiale di vino, Italia compresa

Secondo il report dell’Oemv, il Belpaese spicca. Ma su base annua (12 mesi fino a marzo 2024), il commercio è in evidente calo
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Bottiglie di vino schierate (ph: Reinhard Thrainer/Pixabay)

In uno scenario non esente da molte criticità, continuano ad arrivare alcuni segnali incoraggianti per il mercato mondiale del vino in questo inizio 2024 e, i numeri migliori, arrivano dall’Italia. Come riporta l’Observatorio Español del Mercado del Vino (Oemv) nel suo ultimo “bollettino” di agosto, se è vero che il commercio mondiale di vino è diminuito del -5,4% in volume e del -6,4% in valore su base annua (12 mesi) a marzo 2024, avvicinandosi a 9,9 miliardi di litri (-567 milioni) e 35,6 miliardi di euro (-2,4 miliardi) con un prezzo medio in ribasso del -1% a 3,6 euro al litro, tuttavia, vengono segnalati sintomi di ripresa nel 2024, a partire dal primo trimestre dell’anno che ha registrato il +3,1% nel volume di vino esportato a livello mondiale, grazie all’allentamento della pressione inflazionistica. E se i primi 11 Paesi esportatori al mondo, nel complesso, hanno ridotto i volumi, sia nel 2023 che su base annua fino a marzo 2024, i primi sei (Spagna, Italia, Francia, Cile, Australia, Sud Africa) hanno aumentato le vendite in volume nel primo trimestre 2024: nel dettaglio la Spagna (+8,3), che si sta consolidando come il principale fornitore, davanti all’Italia (+3,1%), Francia (+0,4%), Cile (+9,7%), Australia (+1,9%) e Sud Africa (+13,4%). In termini di valore, i principali player hanno perso fatturato su base annua fino a marzo, ma ce ne sono stati anche 6 che sono cresciuti nel primo trimestre per quanto riguarda le esportazioni in valore, un gruppo che comprende l’Italia (+3,9% pari a 68,4 milioni di euro), e anche Spagna (+2,7% pari a 19,6 milioni), Cile (+2,1%, 7 milioni), Stati Uniti (+6,5%, 18 milioni), Portogallo (+0,9%, 1,9 milioni) e Sud Africa (+14,5%, 16,6 milioni). La Francia ha registrato pesanti perdite nel 2024 (nel primo trimestre -226,7 milioni di esportazioni pari a -8,2%) a causa della scarsa performance dello Champagne, anche se si conferma nettamente il primo venditore al mondo in valore.
Negli ultimi 12 mesi, il valore del commercio mondiale di vino è cresciuto solo a febbraio 2024, anche se il volume è salito ad ottobre 2023 ed a gennaio e febbraio 2024. Il prezzo medio, riporta Oemv, è sceso in 6 degli ultimi 7 mesi, dopo essere salito ininterrottamente tra gennaio 2021 e agosto 2023. Questa moderazione dei prezzi coincide con una diminuzione della pressione inflazionistica, che ha avuto un impatto negativo sul fatturato del commercio mondiale del vino, con un andamento più irregolare dei volumi. I tre principali fornitori mondiali di vino sono scesi meno della media in valore, anche se la Francia perde quota in volume. Italia (-0,7%) e Spagna (-1,7%) consolidano la loro leadership come principali esportatori mondiali, con 2,15 miliardi di litri per l’Italia (-14,5 milioni) e 2,12 miliardi di litri per la Spagna (-36 milioni). Segue a notevole distanza la Francia, che perde quota, con 1,28 miliardi di litri (-6,8%), 93 milioni in meno. Tuttavia, la leadership mondiale in valore della Francia è indiscutibile, con 11,7 miliardi di euro (-5,3%), nonostante perda molto più dei principali competitor (-655 milioni di euro). L’Italia è quella che perde meno valore (-0,9%) e consolida il secondo posto, con 7,8 miliardi di euro (-74 milioni), seguita dai quasi 3 miliardi della Spagna (-135 milioni pari), che fattura il 4,3% in meno. La Francia ha registrato ancora una volta un prezzo medio molto più alto degli altri, con 9,16 euro al litro (+1,6%), stabile, invece, il prezzo dell’Italia, con 4,63 euro al litro (-0,3%), mentre la Spagna scende leggermente del 2,7% ad 1,41 euro. C’è però chi sta peggio. I 5 Paesi che hanno registrato un calo a doppia cifra in termini di valore provengono da altri continenti (Cile, Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Argentina). In volume, invece, Cile, Sud Africa, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Argentina sono i Paesi diminuiti a doppia cifra.

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