Le difficoltà attraversate dal mercato secondario dei fine wine, come raccontano i dati sui primi 9 mesi 2023 del Liv-ex, analizzati nei giorni scorsi da WineNews (qui), sono ancora lontane dall’essere superate, ma qualche segnale positivo si inizia a scorgere, come il calo del Liv-ex 100, limitato, a settembre, al -0,1%. Ancora in grossa difficoltà, invece, il Liv-ex 1000, l’indice che misura l’andamento dei vini da investimento di tutto il mondo, che, da inizio 2023, ha perso il 10,4%, e, nell’ultimo pezzo, ha segnato un ulteriore -1%.
Guardando all’analisi del Liv-ex, contenuta nel “The fine wine market in Q3 2023”, emergono altri aspetti interessanti relativi all’andamento del mercato dei fine wine. Nel terzo trimestre 2023, a spuntare le rivalutazioni maggiori sul Liv-ex 1000 - secondo i prezzi medi registrati dall’indice - sono stati Château Coutet 2010 (+26,1%), Châteauneuf-du-Pape Vieilles Vignes Domaine de la Janasse 2016 (+25%) e Flaccianello delle Pieve 2017 di Fontodi (+24,2%), giusto davanti al Barolo 2016 di Bartolo Mascarello (+24%), che precede un terzetto di 2013 di Bordeaux: Château Climens 2013 (+23,9%), Château Rieussec 2013 (+21,7%) e Château La Conseillante 2013 (+20,3%). Quindi il Barolo Falletto Vigna Le Rocche Riserva 2000 di Bruno Giacosa (+19,4%) ed il Barolo Monfortino Riserva 2004 di Giacomo Conterno (+18,8%).
In termini di quote di mercato, Bordeaux ha mantenuto la sua leadership, pur passando dal 41,6% del secondo trimestre al 38,3%, comunque superiore alla media del 2022 (35,1%), a fronte di una campagna En Primeur che ha lasciato più di qualche perplessità tra wine merchant ed investitori, con la domanda dei vini di Bordeaux che continua ad essere alimentata dagli acquirenti europei e americani. Anche la Borgogna e gli Stati Uniti hanno registrato un calo della loro quota nel corso del trimestre, mentre tutte le altre regioni, tra cui lo Champagne (15,2%), il Rodano (3%), la Toscana (8,8%), il Piemonte (3,6%), hanno visto un aumento delle loro quote commerciali nel terzo trimestre 2023.
C’è da registrare il rimbalzo delle etichette di Champagne: con l’indice che ha perso il 16% da ottobre 2022, in tanti hanno colto l’opportunità di acquistare grandi bottiglie a prezzi relativamente bassi, animando un mercato comunque sempre molto vivace per lo Champagne, specie in estate e durante le feste di fine anno, quando si raggiungono i picchi dei consumi. E infatti, il Dom Pérignon 2013 ha mantenuto la sua posizione di vino più scambiato, sia in termini di volume che di valore, nel terzo trimestre come da inizio anno, con un prezzo di mercato che attualmente ammonta a 1.700 sterline a cassa. Al secondo posto, tra le etichette più scambiate nel periodo in termini di valori, il Cristal 2015 di Louis Roederer (ad un prezzo medio di 2.136 sterline a cassa), seguito dal Sassicaia 2019 di Tenuta San Guido (2.639 sterline a cassa).
In termini di volumi, dietro al solito Dom Pérignon 2013, tra i vini più scambiati nel periodo troviamo, invece, il Saffredi 2020 di Fattoria Le Pupille, che precede sul podio il Comtes de Champagne Blanc de Blancs 2012 di Taittinger. Alla posizione n. 5, di nuovo il Sassicaia 2019 di Tenuta San Guido. Se guardiamo invece ai vini più ricercati in base al numero di offerte ricevute nel trimestre, in cima troviamo Château Pontet-Canet 2019 e 2016, con il Tignanello 2017 di Antinori sul terzo gradino del podio, ma anche l’annata 2020 alla posizione n. 6 ed il Sassicaia 2019 di Tenuta San Guido alla n. 7. Infine, tra i vini più cercati sul Liv-ex, spicca Château Lafite Rothschild, nelle prime due posizioni con le annate 2019 e 2020, davanti al Dom Pérignon 2013.
Guardando al contesto finanziario, si amplia la forbice che divide l’andamento degli indici del Liv-ex da quelli dei mercati azionari. L’indice S&P 500, così come il Dow Jones Industrial, hanno registrato performance positive nell’ultimo anno, con crescite, rispettivamente, del +17,7% e del +16,7% su base annua. Nello stesso periodo, il mercato dei vini pregiati - rappresentato dal Liv-ex Fine Wine 50 - ha registrato un calo del 12,1%, calo che nel primo trimestre 2023 è stato solo dello 0,9%, il che significa che il sell-off ha preso piede solo nel secondo e terzo trimestre. Tra gli altri indici finanziari, solo uno ha registrato performance peggiori del Liv-ex Fine Wine 50 da inizio anno: l’Hang Seng, l’indice azionario della borsa di Hong Kongche, che è sceso del 13,1% nello stesso periodo.
Cambia anche la geografia degli investimenti, in virtù di cambi più o meno favorevoli tra le diverse valute. A partire dal dollaro Usa, che ha sovraperformato le principali valute, come la sterlina britannica, lo yen giapponese e il dollaro australiano. Questo vuol dire che chi investe dollari statunitensi ha beneficiato della possibilità di acquistare bottiglie a prezzi più favorevoli rispetto a chi commercia in sterline inglesi, e infatti nel terzo trimestre vi era una percentuale uguale di acquirenti provenienti dagli Stati Uniti e dal Regno Unito su Liv-ex, pari al 32,3%, con un aumento significativo degli acquisti statunitensi rispetto ai primi due trimestri del 2023. L’euro ha registrato una performance contrastante nel terzo trimestre, ma il Liv-ex Fine Wine 50, sia in euro che in franchi svizzeri, si è mantenuto stabile per tutto il trimestre.
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