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ENERGIA PULITA

Nella corsa alla sostenibilità, la case history de La Raia, tra indipendenza energetica e welfare

La griffe biodinamica del Gavi punta sul fotovoltaico per abbattere le emissioni di anidride carbonica di 85 tonnellate l’anno

La strada per la sostenibilità è lastricata di buone intenzioni. E anche di buone pratiche. Che tra le cantine e i territori italiani sembrano rincorrersi in una competizione assolutamente positiva, per il mondo del vino, per l’ambiente e per tutto il comparto agricolo, dove la viticoltura è capofila ed esempio per tutti. La sostenibilità, però, si declina in molti modi. Quella sociale ad esempio, trova piena applicazione tra i filari del Sagrantino di Montefalco della Arnaldo Caprai, diventati luogo di integrazione: qui, i migranti che arrivano perlopiù dai Paesi del centro Africa, lavorano in diversi periodi dell’anno, gettando le basi per il riscatto e la felicità. Ma la sostenibilità è prima di tutto un concetto legato all’ambiente, e quindi all’uso delle risorse, idriche ed energetiche. Gli esempi, in questo senso, abbondano, così come i bilanci di sostenibilità di cui tante grandi aziende - da Castello Banfi a Caviro, solo per citarne due, anche con filosofie diverse, abbastanza rappresentative del panorama enoico italiano - hanno imparato a dotarsi negli ultimi anni.
È in questo contesto che La Raia, griffe biodinamica del Gavi, ha completato nei giorni scorsi la posa e la messa in esercizio di 136 kWp di pannelli fotovoltaici
(pari a un’estensione di circa 700 metri quadrati), per una produzione annua pari a circa 160.000 kWh. Si tratta di un investimento che garantisce all’azienda la semi-indipendenza energetica per le attività della cantina (copre il 90% del fabbisogno) e migliora la carbon footprint attuale dell’azienda, con una riduzione di emissioni di anidride carbonica pari a 85 tonnellate l’anno: ossia, l’equivalente della piantumazione di 1.000 alberi. Un tassello nel mosaico dell’impegno strategico ed economico, che si aggiunge ad altre iniziative di sostenibilità ambientale già realizzate: dagli invasi per la raccolta di acqua piovana destinata ai giardini, al trattamento delle acque reflue della cantina in vasche a fitodepurazione, ai pannelli solari termici che garantiscono l’acqua calda corrente a tutta la struttura, compresa Locanda La Raia, l’albergo all’interno della tenuta.
“La scelta della coltivazione biodinamica - spiega Piero Rossi Cairo, seconda generazione in azienda e responsabile delle attività agricole - è stata il primo e fondamentale passo che la mia famiglia ha compiuto vent’anni fa. Una scelta che ha determinato la qualità, il carattere e la riconoscibilità dei nostri vini, certificati Demeter dal 2007. Lavorare in un ambiente armonico ed equilibrato ha contribuito a preservare questa porzione di paesaggio del Gavi. Alla Raia boschi, prati e seminativi circondano i vigneti, favorendo varietà di flora e fauna e promuovendo la biodiversità. Sono state mantenute le siepi che permettono a piccoli uccelli e mammiferi di avere qui un rifugio e arricchire l’habitat nel suo complesso. La sostenibilità ambientale è un nostro obiettivo di fondo e un impegno costante. La tecnologia offre sempre nuove leve per agire in modo più incisivo a favore dell’ambiente. L’impianto fotovoltaico di cui si è dotata La Raia permette la sostituzione di energia da fonte fossile con quella solare, garantendo una significativa riduzione di emissioni”.
Oltre alla sostenibilità, c’è spazio anche per il welfare aziendale: i dipendenti che lavorano nella parte agricola abitano in comodato d’uso in cascine che si trovano nei terreni, e i loro figli possono frequentare la scuola Waldorf-Steiner creata all’interno della tenuta da Caterina Rossi Cairo e l’associazione “Intorno al Melo”. Gli impatti positivi sul territorio e nella società facilitano la creazione di reti dinamiche e innovative. Ed è ciò che La Raia sperimenta da anni, anche grazie alla creazione nel 2013 di Fondazione La Raia - arte cultura e territorio, che invita artisti internazionali a riflettere sul grande tema del paesaggio, attraverso le loro opere e con incontri aperti al pubblico, coinvolgendo soggetti locali, pubblici e privati della comunità.

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