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IL COMMENTO

“No al pensiero unico: all’agroalimentare servono regole che tutelino la diversità di ogni Paese”

A WineNews Massimo Cacciari, filosofo, saggista e politico: “non stiamo valorizzando le eccellenze. E andiamo verso l’omologazione”
agroalimentare, Europa, ITALIA, MADE IN ITALY, MASSIMO CACCIARI, Italia
Il filosofo Massimo Cacciari intervistato da WineNews

Cosa può fare l’Italia e cosa può fare l’Europa per il Belpaese a tutela della nostra cultura enogastronomica? Una domanda che suona sempre più attuale in un periodo storico dove l’identità, e questo vale anche per il made in Italy a tavola, può essere messa a rischio da scelte forse non ben ponderate, dove più che secoli di storia e di tradizione a pesare possono essere i nuovi algoritmi con i quali il legislatore europeo ci potrebbe dire cosa è giusto consumare per la salute e quello che è, invece, da evitare. Ma serve anche una consapevolezza sempre più forte, così come continuare a difendere l’agroalimentare italiano, settore vitale per il Belpaese, nei vari tavoli del continente, puntando, invece, a fondo sulla cultura del cibo e del turismo di qualità come volano economico per gli anni a venire. Regole precise e tutela della propria diversità agroalimentare, sono due concetti che stanno a cuore a Massimo Cacciari, filosofo, saggista, politico e opinionista italiano, professore emerito di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, che ha parlato a Winenews, iniziando dai rischi che corre l’agroalimentare made in Italy, sul lungo periodo, nello scenario geopolitico mondiale. “Sono gli stessi che corriamo in tanti settori, cioè quello che prevalga la logica del profitto e che i grandi gruppi multinazionali colonizzino ogni specificità, ogni individualità nelle produzioni e nelle eccellenze dei diversi Paesi. Ma è un rischio generale che riguarda l’agroindustria come la farmaceutica, l’energia, l’informazione”. E allora quanto è in pericolo la nostra identità culturale, in un’Europa che sembra mettere in discussione il nostro ruolo di patria della cultura del buon vino e del buon cibo a favore di certi algoritmi? “Occorrono regole - sottolineav Cacciari - l’Italia, l’Europa in generale, dovrebbero battersi per un assetto plurale che, in base a norme e regole precise, tuteli anche l’individualità e la personalità di ciascun Paese, questo vale anche sotto il profilo culturale e generale. Bisogna riconoscere che quello che è in atto è un processo che va in tutt’altra direzione, è un processo di omologazione e di pensiero unico dentro cui stanno anche le questioni che riguardano l’egemonia delle grandi corporazioni multinazionali su settori come l’agroindustria”. La terra, da cui nascono veri e propri tesori, è custode anche di cultura oltre ad essere elemento fondamentale del paesaggio. Cacciari che, sempre a WineNews, in un incontro da Marilisa Allegrini, a Villa della Torre, in Valpolicella, sostenne tra le altre cose, che tutto quello su cui può e deve puntare l’Italia è l’unione tra cultura, bellezza ed enogastronomia: lo stiamo facendo? “Male e poco. La cosa incredibile è che l’Italia, pur essendo l’Italia, credo sia seconda o terza come fatturato nel settore turistico in Europa, vuol dire che non stiamo valorizzando le nostre eccellenze. Dopodiché, però, ci sono delle norme, delle regole europee che fanno di tutto affinché non si valorizzino. Qui - continua Cacciari - occorre fare una battaglia politica a partire da organizzazioni come la Coldiretti (al cui Forum, nei giorni scorsi, abbiamo intervistato il filosofo Massimo Cacciari, ndr): da un lato devono rendersi conto che occorrono delle regole per combattere ogni fenomeno di corruzione, ogni malcostume, e, dall’altra, parte far sentire la propria voce soprattutto all’interno dell’Europa, della burocrazia europea, perché queste questioni si decidono lì e non a livello nazionale”.

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