“Non è difficile stabilire che cosa c’è dentro una bottiglia - spiega a www.winenews.tv Donato Lanati, enologo e direttore del Centro di Ricerca Enosis - specialmente se abbiamo a che fare con vini Doc o Docg ottenuti da monovitigni”. Sembra, dunque, a portata di mano il traguardo della definizione analitica del contenuto di una bottiglia, ma l’obbiettivo dell’enologo piemontese è ben più ambizioso.
“Il metodo di analisi più innovativo è quello della tracciabilità del territorio - continua Lanati - cioè della ricostruzione analitica della provenienza del prodotto”. Analisi che potrebbero essere limitate dai prezzi alti ma “il costo di queste operazioni è relativo - dichiara l’enologo - di fronte all’immagine e all’identità dei nostri prodotti, non c’è costo che tenga”.
Se un laboratorio può dotarsi di strumenti e know-how sempre più sofisticati, è dunque diventato più semplice operare i controlli del caso che però “devono rappresentare un elemento positivo per tutti gli attori della filiera e non una soffocante presenza repressiva - incalza Lanati - quindi sì ai controlli e alla loro rigorosità specie nelle Docg, ma anche una maggiore attenzione sui controlli dei vini di basso costo nei supermercati prima di tutto - aggiunge Lanati - perché questi controlli non vengono fatti dalla gdo e poi perché è proprio su vini dai costi così limitati, che si possono nascondere le irregolarità produttive più gravi”.
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