La tassazione del vino, in Uk, sarà resa ancora più complicata comportando u maggiori costi e burocrazia per le imprese britanniche, con il rischio concreto di un’altra tornata di aumento dei prezzi delle bottiglie allo scaffale. Una notizia che desta allarme anche in Italia, visto che il Regno Unito è uno dei mercati stranieri più importanti per il vino del Belpaese, che, nei primi 7 mesi 2024, ha importato etichette tricolore per 464,4 milioni di euro, in crescita del +2,2% sullo stesso periodo 2023 (dati Istat analizzati da WineNews). A lanciare l’allarme è la Wsta - Wine & Spirit Trade Association, secondo la quale “è urgente una collaborazione tra i rivenditori del vino britannici per affrontare insieme questi cambiamenti, e supportare tutte le persone e imprese che operano nel mondo del vino”.
“Alcuni dei rivenditori più importanti del Regno Unito - spiega ancora Wsta - stanno preparando i propri clienti a un rialzo dei prezzi con cambiamenti molto importanti dal punto di vista economico nella tassazione del vino a partire da Febbraio 2025. “Majestic, Laithwaites, The Wine Society e Cambridge Wine Merchants (tra i maggiori rivenditori di vino nel Paese, ndr) sono le aziende che hanno lanciato una serie di campagne e provvederanno a contattare la loro clientela per avvisarla che gli aumenti dei prezzi sono in arrivo”, comunica la Wsta. In particolare, spiega la Wsta, l’accisa su tutti i vini tra 11,5 e 14,5 gradi alcolici, oggi si attesta sulla stessa cifra di 2,67 sterline, in base al sistema di tassazione voluto dal Governo di Rishi Sunak, in carica fino a luglio 2024. Tuttavia, questa semplificazione sembra in procinto di essere rimossa, e questa tariffa unica sarà sostituita con fino a 30 differenti aliquote in base al tasso alcolico del vino. Per una bottiglia di vino da 14,5 gradi, l’imposta dovuta aumenterà così da 2,67 fino a 3,09 sterline a bottiglia. Un aspetto non secondario, in un mercato come quello britannico molto sensibile, soprattutto nella grande distribuzione, al tema dei prezzi, e dove buona parte del mercato è rappresentata da vini “private label”.
Il nuovo Governo, guidato dal Premier laburista Keir Starmer, ricorda ancora Wsta, potrebbe ancora mantenere un periodo di adattamento nella legge di bilancio che sarà in esame il 30 Ottobre. Nel frattempo, gli operatori del settore, insieme alla Wine & Spirit Trade Association, hanno richiesto, per oltre un anno, di rendere permanente uno sgravio fiscale temporaneo, che eviterebbe costi burocratici e aiuterebbe invece le aziende a crescere, a mantenere i costi bassi per i consumatori e, inoltre, a stabilizzare anche il gettito fiscale nei confronti del Tesoro legato al commercio del vino. Tuttavia, sottolinea ancora Wsta, “il nuovo Governo non ha ancora fornito indicazioni circa il mantenimento permanente del periodo di sgravio fiscale. E questo ha spinto i rivenditori a fornire una comunicazione senza mezzi termini ai clienti, spiegando che alcuni vini potrebbero essere rimossi dagli scaffali e alcuni prezzi cresceranno”.
Nella lettera inviata ai clienti di Majestic e Cambridge Wine Merchants nei giorni scorsi, le aziende avvisavano: “quando è stata promulgata questa politica, il Tesoro aveva un obiettivo prefissato di creare un sistema di accise più semplice ed equo da amministrare per le aziende come le nostre. Tuttavia, come settore, crediamo fermamente che il sistema che verrà introdotto fallisca su entrambi i fronti poiché più complesso e oneroso dal punto di vista economico. Le imprese come le nostre dovranno investire somme a sei cifre solo per sviluppare i sistemi richiesti per gestire il nuovo approccio, e lo stesso varrà per i costi amministrativi. Oggi, il vino è la bevanda alcolica più popolare nel Regno Unito. Come Nazione - si legge ancora nella lettera - siamo il secondo importatore di vino più importante nel mondo. Tuttavia, l’insistenza del Tesoro nel portare avanti questi cambiamenti a partire dal 1 febbraio 2025 minaccerà entrambe queste condizioni”.
La cosa davvero preoccupante i consumatori di vino, spiegano ancora i retailer, sarà l'impatto negativo sulla qualità e la scelta dei vini. “Vi è un rischio concreto che i produttori del vostro vino preferito non spediranno più nel Regno Unito, a causa del carico amministrativo a cui andranno incontro nell’esportare il vino nel Paese. Le imprese più piccole e a conduzioni familiare che producono vini incredibili difficilmente cambieranno il loro modus operandi che va avanti da generazioni solamente per adattarsi al mercato del Regno Unito, quando potrebbero facilmente esportare i loro vini da qualsiasi altra parte del mondo senza ulteriore burocrazia o costi. Abbiamo lottato con tutte le nostre forze per evitare queste conseguenze indesiderate, e ci siamo appellati agli ufficiali del Tesoro insieme alla Wine & Spirit Trade Association per esprimere la necessità di fare cambiamenti urgenti. Ma con meno di quattro mesi dall’attuazione di tale politica, ci sentiamo obbligati a comunicarvi, cari nostri fedeli clienti, che tali cambiamenti avverranno. Se i vostri vini preferiti subiranno un rialzo dei prezzi, o spariranno dagli scaffali il prossimo anno, noi, come operatori di settore, non avremmo il potere di proteggervi da questo”. Miles Beale, Ceo di the Wine & Spirit Trade Association, ha affermato: “in questi giorni rivenditori di vino hanno ricevuto un severo avviso e sono molto preoccupati dell’impatto di burocrazia inutile e costosa che entrerà in vigore il prossimo anno, e ritengono che sia giusto che i loro clienti, consumatori della bevanda alcolica preferita nel Regno Unito, siano consapevoli dell’aumento dei prezzi imminente, a causa della politica del Governo. Questo potrebbe ancora essere evitato se il nuovo Governo rigettasse la decisione di Rishi Sunak di imporre un onere amministrativo sul settore vitivinicolo del Regno Unito. Il nuovo Primo Ministro, Starmer, e il Cancelliere Rachel Reeves, sono stati inequivocabili nel sottolineare la necessità di raggiungere la crescita economica e nel segnalare che le pressioni sulla spesa pubblica porteranno a decisioni difficili in occasione della Finanziaria del 30 ottobre. Abolire il periodo di adattamento farà esattamente il contrario - e senza alcun beneficio per le pubbliche finanze. Invece, le aziende troverebbero giovamento evitando di imporre costi aggiuntivi dannosi e burocrazia. Vi è ancora tempo - conclude Beale - per aiutare a potenziare le imprese britanniche in un settore ricco di potenzialità, mantenendo il periodo di adattamento e congelando le imposte sull’alcol. Ciò non comporta alcun costo al Governo, anzi supporterebbe le imprese britanniche a favorire le condizioni di crescita e a proteggere i consumatori britannici mantenendo i prezzi stabili”.
Steve Finlan, ceo The Wine Society, la cooperativa più importante di rivendita di vini nel Regno Unito, ha aggiunto: “se il nuovo Governo è seriamente intenzionato ad ascoltare le imprese, allora deve riconoscere un intero settore unito contro il nuovo regime di accise proposto. Dovrebbe essere semplice estendere l’attuale periodo di adattamento e poi avviare un dialogo significativo per trovare una soluzione che funzioni per il governo, per le imprese e per i consumatori ”. “Il Governo precedente intendeva creare una riforma di imposta sugli alcolici che fosse più facile, equa e meno burocratica da gestire per le aziende, ma ha fallito in tutti i sensi. Il cambiamento proposto di passare da un’aliquota a 30 differenti aliquote basandosi sul grado alcolico impatterà negativamente sia sui consumatori, rivenditori che per gli operatori dell’accoglienza”, ha aggiunto il Ceo di Majestic, John Colley. Che aggiunge: “con meno di tre mesi a disposizione prima che il periodo di adattamento finisca, siamo obbligati a avvisare i nostri clienti sulla confusione che si genererà davanti allo scaffale, e l’impatto che avrà sull’offerta di Majestic. Ma non riguarda solo Majestic. La rimozione del periodo di adattamento colpirà in modo sproporzionato le piccole imprese - compresi i 900 commercianti di vino indipendenti che operano nel Regno Unito e i numerosi importatori che commerciano il vino a livello internazionale. Questo limiterà la crescita e minaccerà i mezzi di sussistenza delle persone in un momento in cui dovremmo fare tutto il possibile per sostenere il nostro commercio al dettaglio. Insieme alla Wine and Spirit Trade Association (Wsta), Majestic si è appellata, per conto del settore, ai parlamentari e agli ufficiali del Tesoro riguardo al forte impatto che questa politica conservativa avrà sul nostro settore. Ci auguriamo di vedere il 30 ottobre la prova che il Cancelliere ha preso atto delle nostre preoccupazioni ribaltando la decisione del precedente governo e aiutando le piccole imprese e l’industria estendendo il periodo di adattamento”, conclude Colley.
Nel frattempo, ricorda Wsta, le vendite di alcol nel Regno Unito sono diminuite in seguito al più grande aumento delle tasse sugli alcolici verificatosi negli ultimi 50 anni, entrato in vigore nell’agosto 2023 e che ha visto aumenti delle accise di oltre il 10% per gli alcolici e la birra e un aumento delle accise di almeno il 20% per la maggior parte del vino. Gli ultimi dati provenienti da Hmrc (la “dogana” britannica), dimostrano come nel periodo compreso tra settembre e agosto, anno dopo anno, le accise sull’alcol hanno portato a una perdita di 1,3 miliardi di sterline (10%) nelle entrate dello Scacchiere, che corrisponde quasi allo stesso importo dell’indennità di risparmio invernale sul carburante.
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