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ECONOMIA

Nuovo vento di crisi per la ristorazione italiana: caro energia e inflazione allarmano il settore

Analisi Fipe/Confcommercio: “il costo delle materie prime e della bolletta energetica registra aumenti dell’80%”
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Tavoli vuoti di un ristorante (ph: Marialaura Gionfriddo Via Unsplash)

Nuovo vento di crisi per le imprese della somministrazione italiane con bar e ristoranti alle prese con il fenomeno del caro bollette che sta attaccando la resistenza del settore. Dopo che la crisi pandemica del 2020, trascinatasi nel 2021, aveva già causato nel mondo della ristorazione 56 miliardi di perdite, determinando la chiusura di 45.000 imprese, con le immaginabili conseguenze, in primis, per il numero degli occupati. Come se non bastasse, dai primi mesi 2022, gli operatori hanno ormai cominciato a soffrire palesemente le conseguenze del caro energia e di una pericolosa fiammata inflattiva.
L’esordio del 2022 per il settore della ristorazione ha visto crescere esponenzialmente il costo delle materie prime e della bolletta energetica che registra aumenti dell’80%, tendenzialmente in ulteriore crescita, determinando un inevitabile aumento di prezzi, che alimenta inflazione aggiuntiva penalizzando la ripresa dei consumi e generando nuove difficoltà nel riscontrare le esigenze del mercato del lavoro.
Un circolo vizioso che ha trovato nella guerra un detonatore ulteriore con le “sanzioni commerciali moralmente doverose ma inevitabilmente dolorose anche per la parte che le commina” come ha spiegato nella sua analisi l’Ufficio di Presidenza di Fipe/Confcommercio (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), manifestando l’enorme preoccupazione per il contesto internazionale e per le ripercussioni sul mondo della ristorazione, dell’intrattenimento e della filiera turistica nel nostro Paese. Viene inoltre chiesto al Governo di coinvolgere le rappresentanze d’impresa per trovare le soluzioni più efficaci a misura di economia reale.
“Siamo ormai in perenne stato di crisi, tra allarmi, emergenze ed urgenze a non finire - ha commentato il presidente Fipe/Confcommercio, Lino Enrico Stoppani - quello che è ancora più drammatico è che, ad ogni problema risolto (o tamponato), altri emergono all’orizzonte più numerosi, e talvolta più gravi, in un effetto moltiplicatore che turba e mina la fiducia delle persone. Davanti a questa degenerazione fuori controllo delle crisi, si impone la necessità di gestire lo scenario drammatico con il quale ci si sta purtroppo confrontando. È certamente prioritario attivare tutte le iniziative di solidarietà per le popolazioni colpite attraverso piccoli e grandi gesti, come sta succedendo diffusamente anche nel nostro mondo. Al contempo, tuttavia, chiediamo di non abbassare l’attenzione sui settori più in difficoltà con misure urgenti sui temi della liquidità, con la proroga delle moratorie (creditizie, fiscali e contributive), interventi tampone e strutturali sul caro energia e monitoraggio dell’inflazione, contrastando i movimenti speculativi. Senza imprese, infatti, non c’è futuro per il Paese”.

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