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ITALIA

Obiettivo “zero diserbo”: la nuova sfida del Consorzio del Roero per la sostenibilità del vino

Proposto ai Comuni di far inserire nei regolamenti il divieto di utilizzare prodotti chimici. Una strada già seguita altri come il Prosecco Doc e Docg
PESTICIDI, ROERO, SOSTENIBILITA, VIGNA, vino, Italia
I vigneti del Roero

Un progetto collettivo per un obiettivo unico: la salvaguardia della biodiversità e la tutela ambientale e del paesaggio. È la nuova sfida del Consorzio di tutela del Roero per valorizzare il territorio della Docg che, insieme a Langhe e a Monferrato, è patrimonio Unesco, e rendere queste colline libere dal diserbo. Per vincerla, diventando di fatto i primi in Piemonte a riuscirci, il Consorzio intende lavorare con i Comuni della zona.
Con il supporto del tecnico viticolo Edmondo Bonelli, il Consorzio (che rappresenta 233 soci tra produttori e viticoltori), guidato dal presidente Francesco Monchiero, ha presentato ai sindaci dei Comuni della denominazione (Canale, Corneliano d’Alba, Piobesi d’Alba e Vezza d’Alba per intero, e parte dei comuni di Baldissero d’Alba, Castagnito, Castellinaldo, Govone, Guarene, Magliano Alfieri, Montà, Montaldo Roero, Monteu Roero, Monticello d’Alba, Pocapaglia, Priocca, Santa Vittoria d’Alba, Santo Stefano Roero e Sommariva Perno, ndr), e alle commissioni agricole comunali una proposta per far inserire nei regolamenti della Polizia Rurale il divieto di utilizzo di prodotti chimici per il diserbo.
“Il nostro obiettivo e la nostra missione come produttori è proteggere e valorizzare il nostro meraviglioso territorio - dichiara Monchiero - Parte fondamentale della ricchezza delle colline che chiamiamo casa è la biodiversità; i trattamenti chimici per il diserbo mettono a rischio la varietà di specie vegetali e animali che popolano naturalmente l’ambiente vigneto, depauperandolo della sua capacità di autoregolarsi e danneggiando il paesaggio. In questo momento storico, in cui anche il consumatore è più attento alla sostenibilità, vogliamo assumerci la responsabilità di ridurre il nostro impatto ambientale. Sono molto orgoglioso del coraggio che i soci hanno dimostrato nel perseguire un obiettivo non semplice, ma necessario: è una prova del nostro amore per queste terre”.
La “via della sostenibilità” in passato è stata percorsa anche da altre denominazioni. Tra i primi il Prosecco Doc che già nel 2017 prese l’impegno di mettere al bando, per la vendemmia successiva (2018), Glifosate, Folpet e Mancozeb ma togliendo sin da subito gli stessi principi attivi dal “Vademecum viticolo 2017”. Recentemente un altro territorio patrimonio Unesco, quello delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, aveva spinto in direzione della “chemical-free”.
Il Consorzio del Prosecco Superiore Docg e i Comuni dell’area dopo aver deciso di vietare l’utilizzo di glifosato ed altri pesticidi hanno fatto un ulteriore step: insieme alla Fondazione Symbola per le Qualità e le Eccellenze Italiane è stato portato avanti uno studio “finalizzato a mappare le principali soluzioni tecnologiche disponibili sul mercato per migliorare prodotti e processi produttivi della filiera vitivinicola nel segno della sostenibilità e quindi della qualità”. Esempi e progetti che dicono di quanto la strada che segue la stella polare della sostenibilità sia ormai imboccata da tanti con convinzione, e senza possibilità di tornare indietro.

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