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IL CASO

Ocm vino promozione, pioggia di ricorsi sul bando 2023/2024. “Ma dobbiamo guardare avanti”

Le riflessioni di Silvana Ballotta, alla guida di Business Strategies: “il made in Italy non si fa in Tribunale. Serve un’analisi sulla misura”
BUSINESS STRATEGIES, FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, OCM PROMOZIONE, SILVANA BALLOTTA, vino, Italia
Silvana Ballotta, alla guida di Business Strategies

Il Bando Ocm Vino Promozione sui Paesi Terzi 2023/2024 arrivato in grande ritardo, come accaduto spesso, ma forse mai così tanto, visto che il nazionale (che pesa per 30 milioni di euro sui 100 totali, con 70 in mano alle Regioni, ndr) è stato aperto a luglio, con scadenze in un periodo critico come ad agosto (poi leggermene prorogate). Proteste della filiera per un cambio profondo, in molti aspetti, delle regole per la presentazione e la valutazione dei progetti (a partire dal discusso obbligo della presentazione dei “tre preventivi” per ogni attività), a detta di molti non accompagnato da spiegazioni sufficientemente chiare, che ha portato ad una grande difficoltà per presentare le domande (che, infatti, nel complesso, ad accezione della Toscana, sono calate). Graduatorie arrivate ancora più in avanti (quella ufficiale dei progetti cofinanziati a livello nazionale, una provvisoria è uscita in novembre, ha visto la definitiva pubblicata solo il 29 dicembre 2023, mentre quella sui progetti multiregionali è addirittura del 17 gennaio 2024), come si vede sul sito del Ministero dell’Agricoltura. E poi, come accaduto spesso, una raffica di ricorsi già arrivati e che stanno arrivando, che rischiano di paralizzare una misura importante, fondamentale, per supportare l’export del vino italiano, che, negli ultimi 10 anni, anche grazie alla promozione che aziende in primis, ma anche Consorzi, hanno fatto con i cofinanziamenti Ocm (che arrivano, di norma, a coprire fino al 50% del progetto), è praticamente raddoppiato, ma che ora, come per tutti gli altri Paesi, del resto, segna una fase di rallentamento. Sintesi estrema di una situazione complessa che già si prefigurava in estate, tra riunioni, tavoli e incontri, tra Ministero, filiera e Regioni, evidentemente inconcludenti. E che, mentre i progetti sarebbero dovuti già partire e diventare operativi, vede caldo il fronte dei tribunali, che getta incertezza un po’ su tutti, compresi coloro che hanno vinto i vari bandi e hanno ottenuto il diritto al finanziamento. “Ma il made in Italy non si fa in Tribunale, e le aziende, che giustamente se si sentono lese fanno i loro ricorsi, hanno, però, più bisogno di risposte pronte e strumenti operativi chiari, che di vincere le cause dopo anni”. Così commenta, a WineNews, Silvana Ballotta, alla guida di Business Strategies, studio che lavora sull’internazionalizzazione delle imprese e che, da 20 anni, segue il percorso della Misura Ocm, con progetti importanti realizzati per alcune delle più importanti realtà del vino italiano. “Sulle polemiche e sui ricorsi non mi pronuncio, ormai ci sono e stanno partendo, ed i Tribunali faranno il loro corso. Quello che, però, mi sento di dire è che tutti dobbiamo fare un’analisi della situazione. Siamo arrivati ad aprire il bando a luglio 2023, dopo lungaggini nei rapporti tra Ministero e Regioni, e poi con gli interventi delle varie associazioni di categoria. Siamo arrivati in tremendo ritardo, con scadenze improbabili nel pieno di agosto, anche se poi leggermente prorogate, e già questo era un sintomo di problematicità evidenti. Inoltre, il bando di luglio ha stravolto i canoni di presentazione e valutazione dei progetti - continua Ballotta - che sono valsi negli ultimi 12 anni, e non dico se siano giusti o sbagliati, ma hanno comunque stravolto un sistema portando difficoltà, non solo perchè ad agosto si è rinunciato alle ferie, ma perchè i nuovi criteri non sono stati accompagnati da una sufficiente spiegazione e chiarimento”. A partire da quello più volte evidenziato dell’obbligo di presentare tre preventivi per ogni attività. “È una delle cose che ha impattato tanto, non era chiaro neanche quali fossero le voci da indicare. Senza parlare dei tempi, perchè chiedere ad agosto a fornitori dall’altra parte del mondo preventivi diversi e dettagliati è stato quasi impossibile. E poi anche su questo c’è il tema della qualità: se so che un fornitore con cui lavoro da 20 magari è leggermente più costoso di altri ma so che lavora bene, mentre magari da preventivo trovo uno che costa meno ma di cui non so nulla, e magari non fa un buon lavoro, invece che risparmiare, alla fine, ho sprecato dei soldi”, sottolinea Ballotta. Che aggiunge: “in ogni caso il sistema ha reagito, e non è vero come hanno scritto alcuni che si rischia di rimandare chissà quanti soldi a Bruxelles, come invece successo per l’annualità 2016/2017 quando dopo ricorsi e lungaggini l’Italia restituì all’Europa ben 20 milioni di euro. Ci sono dei fondi in gioco che, indipendentemente da come andranno le cose in Tribunale, sono residuali, e da quali vanno tolti gli importi dei progetti multiregionali, e poi quelli che la Conferenza Stato-Regioni ha chiesto di assegnare alle regioni tra cui la Toscana, avendo più progetti idonei a finanziamento rispetto alla dotazione disponibile. Il valore di fondi che si rischia di non spendere, realisticamente, dai nostri conteggi, ammonta a 4 milioni di euro, non una cifra troppo diversa da quanto avvenuto in diverse annualità precedenti. Sintomo questo che, a prescindere, per utilizzare pienamente le risorse, le cose vanno semplificate e chiarite, non rese più complesse o poco chiare. Certo non bastano le risposte date dal Ministero, ovvero alcuni progetti sono stati esclusi perchè “i progettisti hanno lavorato male”. Sono in questo settore da tanto tempo, ognuno come sempre avrà fatto del suo meglio. Poi, chiaramente, è una gara, ci sono stati dei punteggi che hanno premiato alcuni ed escluso altri. Ma è mancata una preparazione ed una spiegazione complessiva, anche sul come sarebbero state effettuate le valutazioni qualitative, sulle quali, da quanto apprendo, neanche le Regioni poi erano troppo preparate. Anche il Ministero ha cercato di fare del suo meglio, ricordiamoci che anche quelli Ocm sono fondo pubblici, e che quindi arrivano dai contribuenti, e vanno usati e assegnati bene. Io seguo la misura dell’Ocm da 20 anni, credo che con il nostro studio Business Strategies abbiamo anche contribuito molto a comunicarla ed a farla crescere. Però, tutti gli anni si dice dobbiamo parlare e metterci d’accordo, nell’interesse della filiera e del made in Italy, ma poi si arriva sempre a tempi lunghi difficilmente comprensibili. Ora siamo a fine gennaio: dovremmo ragionare sul prossimo bando 2024/2025. Mettiamoci ad un tavolo vero, operativo, reale. Ci sono mille incontri, ma è tutto scoordinato, slegato. Anche i controlli che sta facendo Agea sono difficilissimi, perchè ci sono tanti punti non chiariti, sia nel bando che nel formulario, e anche loro a volte non sanno come procedere”. Insomma, mentre i ricorsi e i vari Tar regionali faranno il loro lavoro, Ballotta invita a guardare avanti. “L’Ocm Promozione è una misura importante, ma dobbiamo chiarirla, e chiarire se va distribuita un po’ a tutti a pioggia, a prescindere, o se vada premiato l’effettivo merito qualitativo dei progetti. Nel decreto dell’anno scorso del Ministero dell’Agricoltura, secondo me, questa volontà si intravede, ma ci sono tante crepe. Una cosa di cui nessuno parla, per esempio, è che dal 2020/2021 lo Stato italiano sanziona in modo pesante progetti non realizzati al 100%. Quindi se metto in campo un buon progetto che realizzo al 90%, in termini di spesa dei fondi, su quel 10% che non riesco ad utilizzare ho grosse sanzioni, e anche su questo e ci sono cause in tanti Tribunali d’Italia”. Serve, insomma, un cambio di passo, da parte di tutti. “Ricordiamoci che il vino - ricorda Ballotta - è guardato con una lente di ingrandimento non proprio benevola da Bruxelles. Pensiamo anche a tutte le volte che l’autonomia dell’Ocm Vino, rispetto agli altri settori, è stata messa in discussione, o a come lo sia stati più volte i fondi promozione più in generale a sostegno di un prodotto che, alcuni, in Europa e non solo, ritengono dannoso per la salute. In questo quadro, tutto questo caos a livello nazionale non aiuta di certo, e alimenta, anche in Europa, un rumore di fondo negativo nei confronti del nostro sistema vino. Che, invece, funziona, e ha tante potenzialità da cogliere. Anche grazie all’Ocm Promozione, che è una misura che deve continuare ad esistere e deve andare avanti. Ma che dobbiamo dobbiamo gestire bene. Siamo a febbraio ormai, pensiamo al futuro. Sono convinta che ce la faremo”.
Ma, intanto, il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, incontrato, a Roma, nel convegno “L’economia di Francesco ed il mondo del vino italiano”, a questo proposito ha sottolineato:</B “gli uffici del Ministero stanno lavorando per spendere tutto, cercando le modalità più giuste all’interno delle regole, e confrontandoci con la filiera. I fondi non saranno spostati su altre misure: quelli per la promozione vanno alla promozione, e in ogni caso non sarebbe la prima volta - ha ribadito il Ministro - che non si spende tutto il plafond. In ogni caso il nostro obiettivo è chiaro: le risorse che vengono spese, in questo caso per la promozione, devono portare risultati concreti e tangibili”.

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