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OK LA NOMINA DI DACIAN CIOLOS A COMMISSARIO UE DELL’AGRICOLTURA: COSI’ L’ASSEMBLEA DELLE REGIONI VITICOLE EUROPEE (AREV). “SPERIAMO IN UNA COLLABORAZIONE FRUTTUOSA PER IL BENE DELLA VITICOLTURA EUROPEA”

Italia
Dacian Ciolos

L’Arev, l’Assemblea delle regioni viticole europee, è soddisfatta della nomina a Commissario Ue dell’Agricoltura del romeno Dacian Ciolos. Come si legge in una nota del presidente Jean-Paul Bachy, l’auspicio è di una “collaborazione fruttuosa con il nuovo commissario per il bene comune della viticoltura europea”, sperando nella presenza di Ciolos nella prossima sessione plenaria dell’Arev, il 26 e 27 maggio. E anche se si riserva “di giudicare il nuovo commissario dal suo operato”, la soddisfazione dell’Assemblea è dovuta alla sensibilità del nuovo Commissario alle questioni regionali, e al fatto che “sembra incline a girare la pagina poco gloriosa del liberismo ad ogni costo, applicato senza riguardo all’agricoltura europea dal precedente Commissario”. A testimonianza di questo, l’Arev cita alcuni discorsi passati dell’ex Ministro dell’Agricoltura della Romania: “ho conosciuto, compreso e vissuto l’Europa, perché ho avuto l’opportunità di conoscere delle persone, con la loro cultura, i loro valori, il loro desiderio di condividerli. Se tutti i politici arrivassero a scendere nei territori, ad apprezzare le terre, a dare ai loro concittadini il gusto di viaggiare e di conoscere la vita di queste realtà, allora l’Europa avrebbe più di senso ... La Pac ci permette di mantenere nei nostri territori le produzioni tradizionali, fonti di lavoro, essenziali per lo sviluppo rurale e del territorio. Non si tratta solamente di competitività. Servono degli strumenti per regolare il mercato. Si è lasciato fare ai servizi finanziari, e si è arrivati ad una grave crisi. Si corre lo stesso rischio con l’agroalimentare dicendo che il mercato va lasciato fare. Dobbiamo costruire un modello alimentare europeo ... La Commissione dovrà imparare ad avvicinarsi più della base. Così, si saprà discutere meglio e negoziare con i parlamentari, che hanno spesso un approccio più attento alle realtà locali rispetto ai ministri”.

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