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Panorama / Economy

Un brindisi all’export ... Cabernet di Sclafani, Nero d’Avola, Malvasia di Salina: i vini siciliani sono sempre più protagonisti del mercato, come dimostrano le attenzioni e gli spazi riservati dalle fiere di settore, il gran numero di riconoscimenti Dop e Igp conquistati ma, soprattutto le performance commerciali: dal 2003 al 2005 le vendite di bottiglie provenienti dalla Sicilia sono aumentate del 47% mentre le esportazioni hanno messo a segno una crescita del 39%. Merito della lungimiranza di molti produttori, che hanno saputo resistere alle annate buie puntando su certificazione e qualità dei vigneti.

E’ il caso di Tasca d’Almerita, l’azienda agricola siciliana più antica on i suoi 166 anni di attività. Ma anche la più premiata, con oltre 15 riconoscimenti. “Il premio più importante è proprio l’attenzione del mercato, senza la quale non potremo andare avanti” dice a Enonomy il conte Lucio Tasca, esponente della settima generazione. L’azienda, collocata a cavallo tra le province di Palermo e Caltanisetta, fu infatti fondata nel 1830 dall’omonimo prozio del conte Lucio assieme al fratello Carmelo. L’imbottigliamento su larga scala comincia a partire dal 1960: “La difficoltà più grande era quella legata al cambio di mentalità” confessa Tasca “Storicamente la nostra azienda ha sempre fatto vino, ma una produzione seriale rischiava di scontrarsi con la mancanza di una vera tradizione territoriale, visto che la Sicilia centrale è sempre stata famosa soprattutto per il grano e altre colture”. Con gli anni Ottanta, però, arriva il successo di mercato dovuto a differenziazione produttiva e razionalizzazione dei processi: grazie agli impianti sperimentali di alcuni vitigni, Tasca d’Almerita presentò i primi Cabernet Sauvignon e Chardonnay siciliani, premiati nelle annate successive e apripista per quelli che sarebbero stati i cambiamenti e le innovazioni della viticoltura isolana. “Tra il 2000 e il 2002” prosegue Lucio Tasca “abbiamo deciso di acquisire direttamente il controllo dei mercati in cui erano presenti i nostri marchi, attraverso la creazione di una controllata alla quale affidare la commercializzazione dei prodotti in Italia e negli oltre 50 mercati esteri”. Tra questi ultimi trionfano la Germania e soprattutto gli Stati Uniti, che assorbono quasi il 30% della produzione.

L’ultimo passo dell’azienda che con 66 dipendenti ha sviluppato nel 2005 un giro d’affari di 15 milioni, è la differenziazione: alle 11 etichette vinicole si sono aggiunti recentemente olio d’oliva Dop e due varietà di grappa. La famiglia Tasca, infine, ha acquistato la tenuta di Capo Faro, nelle Lipari, dove nascerà un resort di lusso e verrà prodotta una Malvasia Doc.

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