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Panorama / Economy

I rossi che piacciono all’estero ... In questa rubrica Economy confronta risultati e strategie di due realtà sociali, politiche o economiche. Questa settimana, Barolo e Chianti, due vini italiani le cui etichette sono celebri in tutto il mondo...
In tavola dalla svizzera agli stati uniti
Insieme al Barbaresco, il Barolo è uno dei vini più pregiati del Piemonte e viene prodotto ogni anno in circa 7 milioni di bottiglie per oltre 260 etichette. Anche nel 2006 la quota destinata all’export si è mantenuta stabile intorno al 70%: circa 5 milioni di bottiglie vendute soprattutto in Svizzera, Germania, Regno Unito e Usa.

Il 2006 per i produttori di Chianti sarà un anno da ricordare. Le esportazioni delle bottiglie del rinomato vino toscano sono cresciute del 20% e hanno raggiunto Il 70% della produzione: circa 36 milioni di bottiglie, di cui oltre 10 milioni (circa Il 30%) sulle tavole dl cittadini americani.

I simboli per il marketing
Il «Consorzio per la tutela del Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero» ha lo scopo principale di promuovere le etichette nel mondo e raccoglie I protagonisti di tutta la filiera produttiva dei vini piemontesi. È simboleggiato da un bicchiere stilizzato con all’interno un grappolo di uva rossa.

A rafforzare la presenza anche sui mercati esteri del Chianti italiano ha contribuito la politica di marketing. Dopo lunghe diatribe interne, infatti, le aziende iscritte al «Consorzio del Marchio storico - Chianti classico» hanno deciso di utilizzare un unico simbolo (il Gallo nero) per promuovere il vino sui mercati.

I consorzi non cancellano le divergenze
Nonostante sia un mercato estremamente frammentato, hanno aderito al Consorzio 359 vinificatori, pari al 70% della produzione complessiva di Barolo e Barbaresco (pesano per una quota minore anche i marchi Alba, Langhe e Roero) per un totale di 10 milioni di bottiglie. li maggior produttore è la Cooperativa Terra del Barolo.

I produttori di Chianti in Italia sono oltre 600 e l’80% fanno parte del Consorzio. Tuttavia, la casa vinicola Antinori, la maggior produttrice del vino toscano, pur avendo contribuito alla sua fondazione, ha scelto di non farne parte per disaccordi sulla politica di marketing sui mercati esteri.

La tutela inizia già negli anni venti
Era il 1908 quando i vinificatori del Barolo e del Barbaresco chiesero l’istituzione di un «certificato di origine» per la produzione del loro vino. Nel 1924, poi, avviarono la costituzione del Consorzio per i due marchi, fondato nel 1927. Dal 1994, è stato esteso anche alle etichette dl Alba, Langhe e Roero.

I confini delle terre del Chianti vennero segnati dal granduca di Toscana Cosimo III nel 1716, per evitare che altri si appropriassero del nome dei vigneti. Risale aI 1924, invece, il «Consorzio per la difesa del vino tipico del Chianti e della sua marca di origine», poi trasformato in «Consorzio del Marchio storico - Chianti classico».

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