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Panorama / Economy

La “piccola Iri” ora punta latte e salumi ... Dipende dal ministero delle Politiche agricole, ma agisce come un fondo privato. Ha conti in salute e liquidità per 230 milioni. E dopo Conserve Italia e Giv sta per formalizzare un nuovo accordo. Il suo segreto? Una clausola... Qualcuno l’ha già definita “la piccola Iri”, Paragone azzardato: da queste parti, infatti, i bilanci sono in attivo e le catastrofiche politiche assistenzialiste sperimentate negli anni Settanta e Ottanta restano (per ora) fuori dalla porta. La storia di Isa, l’Istituto per lo sviluppo agroalimentare controllato ai 100% dai ministero per le Politiche agricole, è quella di una finanziaria pubblica che agisce sottotraccia, senza strombazzare i risultati e, soprattutto, muovendosi con l’autorevolezza e il piglio di un fondo di investimento privato.
La ricetta del successo dell’ente sta tutta in una clausola del suo statuto: oltre agli interventi “classici” a sostegno della filiera (incentivi per export e fusioni, prestiti a tasso agevolato), Isa può procedere ad acquisizioni nei compatto, purché lo faccia a condizioni di mercato. Cioè partecipando solo a “imprese finanziariamente sane, dalla redditività in linea con le performance di settore e con rendimenti attesi tali da potersi ritenere interessanti anche per un investitore privato”.
Le occasioni, nel panorama italiano, non mancano, come dimostra il colpo messo a segno il 2 agosto: l’ingresso di Isa nel libro soci del Gruppo italiano vini (Giv), società che nel 2006 ha messo a segno 265 milioni di ricavi e controlla marchi prestigiosi come Cantine Bolla. L’accordo prevede un apporto di equity di 10 milioni di euro mediante la sottoscrizione di un aumento di capitale pari al 48,8%. L’operazione ha ricevuto il plauso della comunità finanziaria e anche quello del governo, con il ministro per le Politiche agricole Paolo De Castro che ha seguito la trattativa. Il suo obiettivo ha piazzato l’ex responsabile nazionale agricoltura dei Ds Francesco Baldarelli - è quello di far crescere l’ente, senza rinunciare a quei bilanci sani che ne costituiscono il fiore all’occhiello. Nei 2006 la società ha registrato utili per 13,9 milioni e ha una liquidità di quasi 230 milioni che sarà in parte destinata a nuovi deal a condizioni di mercato.
Per Isa, che oltre a Giv ha una partecipazione del 15% anche nell’ex controllata Cirio Conserve Italia, l’ideale chiusura del cerchio sarebbe rappresentata dall’ingresso in settori come i salumi o il lattiero-caseario. E sembra proprio che a Roma abbiano deciso di battere questa pista: probabilmente la nuova partecipazione sarà formalizzata entro l’autunno.

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