02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Panorama / Economy

Non mi fermeranno le baruffe veneziane ... Fiera Verona vorrebbe fare della città lagunare la vetrina del lusso. Ma si scontra con l’Autorità portuale, che si allea con PadovaFiere, controllata dai francesi... Continuare la strada verso l’internazionalizzazione delle fiere-simbolo come Vinitaly e Marmomacc e rilanciare Venezia come polo fieristico del lusso vincendo campanilismi e interessi corporativi. Si muove in queste due direzioni la strategia di Giovanni Mantovani, direttore generale di VeronaFiere, che dopo aver rafforzato la governance della controllata Fiera di Venezia nominando Federico Borga (Assindustria) alla presidenza e Luciano Coin (ideatore di Nauticshow e Luxury & Yachts) amministratore delegato, ora vuole superare le polemiche interne e le rivalità campanilistiche sorte in Laguna.
Soprattutto quella che vede l’ente fieristico contrapposto all’Autorità portuale, guidata da Giancarlo Zacchello, pronta a rispondere alleandosi con Padova (ora controllata dal colosso francese Lg) per difendere il predominio sulle manifestazioni nautiche. Una fumata bianca che deve arrivare e sulla quale il nuovo consiglio sta lavorando, se Venezia vuole davvero candidarsi a diventare una destinazione privilegiata dell’expo a cinque stelle.
“Per Venezia abbiamo in mente piccoli saloni di grande qualità. C’è un piano industriale già pronto, ma prima di parlare di sviluppo l’importante era assestare la governance della società. Ora stiamo cercando anche di superare le diatribe che si sono scatenate intorno al nautico” spiega Mantovani. In attesa che Venezia decolli c’è da continuare a lavorare per la crescita di Verona. E su questo punto due sono le linee di sviluppo individuate da Mantovani: trasformare sempre più la fiera in fornitore di servizi ad alto valore aggiunto e guardare fuori dall’Italia per continuare a far crescere un fatturato che nel 2007 è aumentato a 72 milioni di euro (più 2,5%) con un margine operativo lordo di 12 milioni (più 22%) e un utile ante imposte di 5 milioni (più 4%).
Poi c’è la partita dell’internazionalizzazione, che vale il 10% del fatturato e 21 delle 58 manifestazioni che VeronaFiere organizza ogni anno. Qui il lasciapassare si chiama Vinitaly. “La settimana scorsa abbiamo fatto due tappe di Vinitaly Worldwide in India, poi andremo a Mosca e San Pietroburgo. Saremo anche a Miami, oltre alle tappe classiche in Usa di New York, Chicago e Washington, e andremo anche in Asia, in Cina a Shanghai e a Tokyo in Giappone” spiega Mantovani, che vuole applicare il modello Vinitaly ad altre esposizioni-simbolo di Verona, come per esempio Marmomacc, che quest’anno andrà a Las Vegas e presto sbarcherà anche negli Emirati Arabi.
Pronte a sbarcare all’estero anche le fiere agricole, come Samoter (macchine movimento terra) che avrà due tappe nell’Est europeo e arriverà fino in Kazakhistan e così Fiera Agricola (macchine per l’agricoltura) che andrà in tour nell’Est Europa ed è pronta a sbarcare anche in India. Poi c’è l’alleanza strategica con Parma sul fronte della filiera agroalimentare. Oltre all’agroalimentare, il prossimo driver per la crescita è quello dell’energia, meglio se alternativa. Due le manifestazioni sulle quali Mantovani punta nell’immediato: la prima è Progetto Fuoco dedicata all’uso dell’energia del fuoco e della legna nell’abitare e l’altra è Solar Expo & Green Building (tecnologie ecosostenibili ed energie alternative).

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su ,