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Panorama / Economy

Più sicuri con pochi euro ... Controlli stradali. Partita da Verona come progetto pilota, l’iniziativa contro alcol e droga al volante ha dato ottimi risultati a costi contenuti. Così il sottosegretario Giovanardi vuole allargarla a tutta Italia... Nell’ultimo fine settimana di agosto 11 persone hanno perso la vita su strade e autostrade, portando la macabra contabilità a 925 vittime dall’inizio dell’anno. Nello stesso weekend la Polizia stradale ha registrato 639 incidenti e rilevato oltre 18 mila infrazioni; 443 automobilisti avevano abusato di alcolici e 45 portavano tracce di cocaina o dei derivati della cannabis. Cifre che comprendono anche i 37 automobilisti veronesi incappati venerdì 29agosto nei controlli anti-droga effettuati da medici e infermieri, schierati al fianco delle forze dell’ordine tra Verona e Peschiera del Garda. Da queste parti, non è una novità vedere medici e poliziotti insieme pattugliare le strade dello “sballo” durante i fine settimana.
“Drugs on street”. Da un anno, infatti, la prefettura e il Dipartimento delle dipendenze di Verona hanno avviato un progetto pilota, denominato “Drugs on street”, che punta a contrastare il fenomeno degli incidenti stradali causati dalla guida in stato di ebbrezza o dall’abuso di sostanze stupefacenti. Il risultato? Su 454 automobilisti controllati, il 45% è risultato positivo all’alcol o alle droghe o addirittura a entrambi. Il progetto, messo a punto da Giovanni Serpelloni, direttore del Dipartimento delle dipendenze di Verona e capo del Centro politiche antidroga di Palazzo Chigi, è subito stato abbracciato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio per la famiglia e la prevenzione della droga, Carlo Giovanardi, che ora vuol portarlo in tutta Italia. Senza spendere un euro.
“Il modello sperimentato a Verona ha fornito risultati straordinari” dice Giovanardi a Economy “grazie all’allocazione intelligente di risorse già disponibili e alla fattiva collaborazione tra le forze dell’ordine e l’asl. Se il modulo sperimentale ha funzionato a Verona, non si vede perché non possa funzionare in tutta Italia. La nostra priorità è di avere meno morti sulle strade. Se poi riuscissimo a ridurre del 50% gli incidenti mortali, avremmo un risparmio di 16 miliardi di euro, un’intera manovra finanziaria”.
Nel 2006 sono morte 5.669 persone e, secondo le ultime statistiche, gli incidenti stradali costano in media oltre 35 miliardi di euro all’anno, il 2,5% del Pil.
“Ma bastano 260 euro per disinnescare una bomba umana, per bloccare un potenziale criminale al volante” sostiene Serpelloni. Per mettere in piedi il progetto “Drugs on street”, il Dipartimento delle dipendenze di Verona ha sostenuto un costo lordo di circa 53 mila euro. La prima voce di spesa è data dal personale dell’asl (medici, infermieri e operatori) che ha partecipato al progetto. A ogni uscita (12 in totale) erano presenti quattro medici e quattro infermieri, affiancati da due operatrici: straordinari a parte, non si è trattato di costi aggiuntivi sullo stipendio di base, pagato dalla asl.
Per eseguire gli accertamenti su strada sono stati condotti test tossicologici su tre livelli (saliva, urine e sangue) e i test di laboratorio hanno impiegato un budget di circa 31.700 euro, ma i costi di laboratorio possono essere ridotti utilizzando i multitest.
Infine, si sono aggiunti 300 euro per l’unità mobile: manutenzione del camper, carburante e materiale per la documentazione. Tirate le somme, ogni uscita è costata poco più di 4 mila euro. Per individuare ognuno dei 202 automobilisti positivi all’etilometro e al test antidroga si sono spesi 262,23 euro. “Per fronteggiare i costi del progetto abbiamo attuato una differente programmazione della spesa” sostiene Serpelloni. “I costi sono stati assorbiti spostando le risorse su capitoli di spesa già attivi: non abbiamo avuto costi aggiuntivi”.
Ora, secondo quanto auspicato Giovanardi, il progetto pilota di Verona dovrebbe essere allargato a tutte le province italiane. “Porterò i risultati alla prossima riunione della Conferenza Stato-Regioni, in modo da avviare progetto in tempi strettissimi”.
Giovanardi parte con una dote di 1,5 milioni di euro: sono soldi stanziati dal governo Prodi nel 2003 contro le stragi del sabato sera, ma mai utilizzati. Una parte di queste risorse, circa 150 mila euro, dovrebbe servire per acquistare unità mobili e camper attrezzati, ma il dettaglio sarà messo nero bianco dal regolamento attuativo che ministero delle Infrastrutture e quello della Sanità stanno scrivendo per sbloccare i fondi.
Su scala nazionale, il progetto dovrebbe partire dalle regioni più a rischio: Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Puglia poi estendersi a tutte le province per almeno sei mesi. Sulla carta, il costo su scala nazionale si aggira intorno ai 12 milioni di euro, da reperire nei budget regionali della spesa sanitaria e in quello delle forze dell’ordine. E l’anello debole del progetto, dopo i tagli introdotti nella manovra economica di agosto. Dal 2009, sul Sistema sanitario nazionale pende un taglio di quasi 7 miliardi di euro, compreso blocco dei rinnovi contrattuali della sanità, mentre - secondo il sindacato di polizia Silp-Cgil - nei prossimi cinque anni tagliai personale delle forze dell’ordine saranno di 270 milioni di euro. Ma secondo Serpelloni non servono nuove risorse per mettere in moto la macchina della sicurezza stradale: “Basta riprogrammare le risorse già esistenti in maniera diversa” insiste. In Italia, per esempio, ci sono 524 servizi per le tossicodipendenze (tra Sert e Dipartimenti delle dipendenze che fanno capo alle asl), con 5.200 addetti. “Cominciamo da lì” dice Serpelloni “medici e infermieri si infilino il camice di notte vengano a vedere che cosa succede nelle strade del sabato sera”.

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