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Panorama / Economy

I Carpené non brindano ... I fratelli Etile e Clara litigano sull’uso del nome. E, per le quote, i parenti di primo grado saranno esclusi dalla prelazione... Doveva essere il prologo al passaggio del testimone alla quinta generazione. O forse l’atto finale di una lunga battaglia familiare che si trascina, tra bollicine e aule giudiziarie, sin dal 1988. L’assemblea della Carpené Malvolti lo scorso 6 novembre doveva approvare il bilancio e, in sede straordinaria, l’integrazione dell’articolo 8 dello statuto per escludere i parenti in linea retta di primo grado dalla prelazione sui trasferimenti. Ma si è dovuta aggiornare a data da definire, a causa delle assenze giustificate di alcuni soci della famiglia, a partire da Antonio Carpené, 95 anni, che detiene il 16,56% del capitale dell’azienda.
Risultato? Fumata nera su tutti i fronti. “L’approvazione del bilancio avverrà nel giro di un mese” dice a Economy Etile Carpené, presidente e azionista forte della società vinicola di Conegliano.
“Riguardo alla successione, non c’è tutta questa fretta: ho solo 64 anni e nessuna voglia di mollare proprio adesso. Il resto sono solo chiacchiere, che non hanno alcuna importanza”.
Brand internazionale. Fondata nel 1868, la Carpené Malvolti è ancora oggi un simbolo del mercato enologico italiano e, in particolare, del Prosecco di Conegliano; un brand che si sta affermando sui mercati emergenti del vino: Russia, Cina, India e Giappone. Un business che resta saldamente nelle mani di Etile, figlio di Antonio e plenipotenziario della società che ha chiuso il bilancio 2007 con un fatturato in crescita a 16,4 milioni e un utile netto piuttosto “magro”, paria 132 mila euro.
Etile Carpené controlla direttamente il 18,42% e indirettamente una quota del 10,52% in possesso della moglie, Nicoletta Montalban. Anche se il grosso del capitale (il 42,88%) è custodito nella cassaforte lussemburghese Finpat, riconducibile allo stesso Etile Carpené e alla famiglia Montalban.
L’assemblea del 6 novembre avrebbe dovuto saldare anche i vecchi conti in famiglia. Per chiudere il cerchio e assicurare (tra qualche anno, con calma) il passaggio del suo impero alla figlia Rosanna, il re delle bollicine avrebbe dovuto tagliare gli ultimi legami di parentela diretta, optando per la modifica statutaria.
Il bersaglio diretto di Etile è Alberto Boratto Carpené, titolare di una quota pari all’1,45% e unico azionista ribelle in assemblea.
Alberto Boratto Carpené è infatti l’ultimo protagonista della lunga saga dei Carpené che, negli ultimi 20 anni ha ruotato nel bene e nel male intorno alla figura di Etile. Alberto Boratto Carpené è il figlio di Clara Carpené, sorella di Etile, già tagliata fuori dalla linea ereditaria diretta. L’ultima battaglia che ha visto contrapposti fratello e sorella, davanti al giudice del tribunale di Venezia, riguarda etichette e insegne che Clara avrebbe usato per promuovere il suo “Fiori di Prosecco” delle Cantinae Clara C di Clara Carpené. Nome che secondo il fratello non potrebbe usare. E così la saga continua.

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