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Panorama / Economy

Il future? Non è uno strumento finanziario ... Ha iniziato Castello Banfi con il suo Brunello, seguita da Antinori, Frescobaldi e dalla piemontese Fontanafredda col Barolo di casa. Ma i futures sul vino, certificati che danno diritto all’acquirente a ricevere una bottiglia di vino pregiato a un prezzo predeterminato, non hanno mai preso veramente piede in Italia. E adesso non sono neppure più considerati uno strumento finanziario. A chiarirlo è stata la Consob, su richiesta di Antonveneta, banca attiva nei prestiti sul vino. Secondo l’autorità di vigilanza dei mercati finanziari, infatti, i futures non implicano un’attesa di profitto del capitale investito, ma esclusivamente il diritto a ricevere una certa quantità di vino alla scadenza del contratto. Intanto, però, le grandi bottiglie lievitano e negli ultimi 10 anni i prezzi dei grandi vini battuti in asta sono cresciuti del 322%, con un +70% fatto registrare nel solo 2008 rispetto al 2007.

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