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Panorama / Economy

Al Vinitaly si festeggia un 2009 a tutto export ... Nell’anno della crisi globale il vino italiano registra il record delle esportazioni sfiorando la soglia dei 20 milioni di ettolitri. Numeri che fanno da contraltare a una situazione complessivamente difficile. Se nel 2009 la produzione mondiale è rimasta in linea con quella dell’anno prima lo deve infatti alla crescita di Paesi come Romania, Portogallo e Slovenia. L’Italia, secondo produttore mondiale alle spalle della Francia, ha invece perso il 3%. E d’ora in poi, dopo 18 anni di attesa, le Regioni italiane potranno anche abbattere la produzione vinicola se le uve non dovessero trovare mercato, migliorando qualità e redditività delle imprese italiane. Scenario identico sul fronte dei consumi. Tengono a livello mondiale a fronte di un calo dei prezzi, mentre in Italia le vendite al dettaglio sono scese del 9% in valore, dell’1,3% in termini di volumi. Temi che saranno centrali nella prossima edizione di Vinitaly, al via alla Fiera di Verona l’8 aprile. “Noi lavoriamo per dare vere occasioni commerciali ai nostri espositori” dice Giovanni Mantovani, direttore generale della fiera scaligera sottolineando il lavoro di fidelizzazione fatto per avere delegazioni da 60 Paesi: dagli Stati Uniti al Sudafrica passando per Indonesia, Giappone, Corea e Cina. A dimostrazione che l’export è fondamentale per un settore che, indotto compreso, vale oltre 20 miliardi di euro. D’altra parte nel 2009 le vendite all’estero sono arrivate a 3,5 miliardi, pari al 20% dell’intero settore alimentare, registrando un incremento in volumi del 10,2%. Dai dati Ismea emerge però che si tratta di un andamento legato in modo particolare all’incremento dell’export di vini sfusi (+18%) che rappresentano un terzo del totale delle vendite di vino italiano (il 33% contro il 30% del 2008). Relativamente ai vini imbottigliati, la performance risulta positiva solo nei quantitativi (+5%), mentre si riducono sostanzialmente i valori (-4% rispetto al 2008). Il 56% dell’export italiano è diretto in Europa, dove la Germania torna aessere il primo mercato di riferimento. Un segnale importante dopo che nel 2008 molti consumatori avevano scelto i vini spagnoli. Al secondo posto il Regno Unito dove cresce la domanda di spumante (+18%) e cala quella di vini sfusi (-4%). Migliorano anche le vendite verso i Paesi extra-Ue, con volumi in crescita del 6,6%. E se gli Stati Uniti restano la prima destinazione, è innegabile che il vino italiano inizi a conquistare nuovi spazi, a cominciare dalla Russia dove la domanda è cresciuta del 30%. Un trend che gli operatori presenti a Vinitaly non hanno alcuna intenzione di abbandonare.

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