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Panorama / Economy

Licenza di guadagnare ... Una coppia prende un simbolo giapponese, lo rende made in Italy e lo rivende a mezzo mondo. È la storia di Maurizio e Grazia Belloni, che gestiscono l’universo Hello Kitty. Un business da 50 milioni che va dagli spumanti agli orologi... Che Hello Kitty sia quasi il simbolo nazionale del Giappone lo sanno in tanti. Ma che la sua ascesa abbia avuto origine da due ex cartolai milanesi non è cosa nota. Nella metropoli lombarda, la notte di Natale del 1993, Grazia Belloni e il marito Maurizio ebbero la folgorazione: Hello Kitty sarebbe diventata un fenomeno fashion. A suon di licenze. Il conto economico della loro azienda, Camomilla spa, alla voce ricavi presenta 50 milioni di fatturato realizzati in gran parte grazie alla micia con il fiocco. E la lista di licenze Hello Kitty by Camomilla è impressionante: si va dalle custodie per i cellulari ai kleenex, ai portabicchieri, per spaziare in articoli di moda come le borse, i cappelli, le cinture, finanche gli occhiali e i set per la tavola. Un universo sconfinato, che da ultimo ha accolto la più astuta trovata di Grazia Belloni, mente-marketing cui si deve l’ascesa della gatta planetaria in territorio italoeuropeo: una linea Hello Kitty made in Italy. Vale a dire poltrone (con le orecchie) realizzate dagli artigiani della Brianza, guanti fatti a Napoli, foulard di seta comasca. E vini: “Con le cantine della tenuta pavese Torti Tenimenti Castelrotto” conferma lei...

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