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Panorama / Economy

Il mercante in Fiera ... Parla Ettore Riello... Il presidente di Veronafiere spiega le strategie dell’ente, che gestisce una delle principali “vetrine” del Paese. Il piano industriale prevede di arrivare al 2014 con 100 mìlioni di giro d’affari. E già quest’anno ci sarà un aumento del 5,4%. Con una ricaduta sul territorio che vale un miliardo di euro... Veronafiere procede con passo sicuro, pur nelle difficoltà che attanagliano il mercato fieristico europeo. L’Ente stima di chiudere il 2010, in base alle previsioni dopo i primi sei mesi di attività, con un fatturato di 84,4 milioni, in crescita del 5,4% rispetto alle proiezioni di inizio d’anno. “Il risultato evidenzia l’efficacia dell’indirizzo del nuovo piano industriale 2010-2014 che prevede, oltre a 70 milioni di investimenti autofinanziati, il superamento a fine periodo dei 100 milioni di fatturato” sottolinea Ettore Riello, presidente di Veronafiere e imprenditore nel settore delle caldaie.

Come affrontate la competizione europea?

Ci sentiamo un’azienda industriale e sentiamo la responsabilità nei confronti del sistema cercando di produrre reddito piuttosto che chiedere contributi. Per questo, ci muoviamo seguendo un’attenta politica di gestione delle manifestazioni in portafoglio, del cash flow e di razionalizzazione dei costi. Essere i primi organizzatori diretti di rassegne in Italia e tra i primi in Europa, fra le quali annoveriamo alcune manifestazioni di livello mondiale ed europeo quali Vinitaly, Marmomacc, Fieragricola, Fieracavalli e Samoter, ci consente di generare oltre l’80% del fatturato da fiere di proprietà, seguite da attività interne che possono modificare i modelli di business più rapidamente seguendo l’evolversi dei mercati e dando risposte concrete alle esigenze di clienti, espositori e visitatori.

Il legame con il territorio?

L’indotto che generiamo riversa un miliardo di euro l’anno sul territorio regionale e locale. Nella compagine azionaria figurano Comune, Regione, Provincia, Camera di commercio, Fondazione Cariverona e Banca popolare di Verona. Ragioniamo in piena sintonia con le istituzioni al fine di armonizzare il nostro sviluppo con quello complessivo della città e del territorio in cui opera Veronafiere che si estende oltre i confini provinciali. Questo sia da un punto di vista urbanistico sia da quello politico-economico.

Infrastrutture: croce o delizia?

Le infrastrutture sono strategiche per lo sviluppo del sistema fieristico. Con la recente firma dei preliminari di vendita, per esempio, l’area dell’ex Mercato Ortofrutticolo è tornata nelle mani del Comune per l’85% e di Veronafiere per il restante 15%, mentre palazzo Forti è passato in quelle della Fondazione Cariverona. In questa area possiamo così allestire subito 2 mila posti auto con servizi adeguati, che diventeranno 5.500 e saranno di nostra proprietà, adiacenti al quartiere, senza quindi chiedere concessioni d’uso a titolo oneroso come sinora avvenuto. Questa disponibilità si aggiunge ai 2.200 posti auto del parcheggio multipiano di Viale dell’Industria, costruito e pagato con soldi dell’Ente fiera nel 2002. È un concreto passo per mantenere l’azienda competitiva sul mercato, dato che uno dei fattori premianti è anche la vicinanza al centro storico cittadino e al sistema intermodale di Verona: aeroporto, stazione ferroviaria e autostrade del Brennero e Serenissima.

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