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Panorama/economy

… Arriva in tavola il vino senza impronta di carbonio … Dalla lavorazione a caduta alla geotermia per raffreddare la cantina: la senese Salcheto porta la riduzione della C02 tra i vigneti … Il Carbon footprint applicato al comparto vitivinicolo. Il metodo utilizzato per calcolare la produzione e l’immissione nell’ambiente dei gas serra verrà impiegato per azzerare le emissioni di CO2 in un’azienda vinicola, la Salcheto srl. La società, con sede a Montepulciano in provincia di Siena, sarà la prima in Europa per il settore ad applicare il sistema dell’“impronta di carbonio”, rivoluzionando gli impianti e la conformazione delle cantine ma non il metodo di produzione.
L’azienda produce solo 102 mila bottiglie all’anno, con un fatturato di un milione di euro. 1165% della produzione è destinato al mercato estero, in particolare Germania, Usa e Giappone. Il progetto, che troverà applicazione dalla prossima primavera, è iniziato cinque anni fa con l’inventano e la contabilizzazione di tutte le emissioni di gas serra durante i cicli di produzione: vendemmia, trasformazione, imbottigliamento, commercializzazione.

I risultati delle analisi condotte dalla Salcheto hanno mostrato che per ciascuna bottiglia prodotta l’immissione nell’ambiente di C02 è pari a 1,83 chilogrammi. Questa quantità comprende anche le emissioni prodotte per gli imballaggi e per il trasporto. Questi ultimi, secondo le analisi, incidono quasi per il 50% delle emissioni, mentre la fase produttiva, ovvero la raccolta delle uve con l’utilizzo di trattori e varie attrezzature, oltre alla vinificazione, influiscono solo per il 30%. La restante anidride carbonica è prodotta dalle attività gestionali e commercia1i. Per raggiungere un’autonomia energetica totale e abbattere le emissioni inquinanti la Salcheto ha studiato un piano di interventi che non si limiterà alla sola installazione di un impianto fotovoltaico. Il posizionamento di pannelli isolanti, la sostituzione delle lampadine elettriche con collettori solari in grado di raccogliere la luce esterna e di proiettarla all’interno e la lavorazione del vino a caduta,
ovvero utilizzando il declivio naturale del terreno, permetteranno all’azienda un risparmio energetico pari al 50% dell’attuale consumo. Un ulteriore risparmio sarà ottenuto con una caldaia a biomasse, alimentata con le potature, utilizzata per il riscaldamento dei locali, e un impianto geotermico basato su sonde posizionate orizzontalmente tra i filari dei vigneti, per il raffreddamento delle cantine. Il fotovoltaico sarà impiegato solo per la produzione dell’energia utilizzata negli uffici. “Sarà di piccole dimensioni e integrato al paesaggio” spiega Michele Manelli, presidente della Salcheto srl. “Un impianto a bassissimo impatto visivo, nel rispetto delle caratteristiche del territorio senese”.

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