02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Panorama

Sorpresa, anche Roma è diventata da bere. Corsi di sommelier presi d’assalto, wine bar celebtrati dalle riviste americane. E la capitale si prende la rivincita ... A Roma si beve. Benissimo, per di più. E’ la città col più alto numero di wine-bar in Italia. Col più alto numero di corsi per sommelier. Con le migliori guide sui vini, gli stage più intriganti, le aste, le feste, le riviste. Il mercato più smart, la vetrina più appetita. Per dirla con Franco Ricci, presidente dell’associazione sommelier del Lazio, inventore dei mondanissimi Oscar del vino e direttore di Bibenda, neonata e patinatissima rivista-cult: “Qui non c’è un grappolo d’uva, non si produce una sola bottiglia. Eppure, c’è la più alta cultura del bere di tutt’Italia, forse del mondo”. Lo dice anche Daniele Cernilli del Gambero Rosso: “Scordatevi la Roma del famigerato “portace nantro litro”, famosa fino a qualche decennio fa per gli immensi volumi di vino dei Castelli che ingollava e imponeva ai visitatori”. A metà degli anni Ottanta c’è stata la rivoluzione. E’ nato il Gambero Rosso, per l’appunto, con le sue guide che ormai vendono più di 60.000 copie. E’ sorto l’astro di Luca Maroni, degustatore di origine veronelliana e teorico della “fruttuosità del vino”, anche lui autore di una guida molto consultata. Hanno cominciato a fare apostolato i sommelier, non solo sugli scaffali delle librerie (Duemilavini vende quasi 50 mila copie) ma anche attraverso corsi e stage che hanno sedotto il bel mondo come i giovani senza un soldo ... Perché gli affari vanno bene, altrochè. Il rito del buon bere a Roma al celebre non solo a cena, ma anche a pranzo (impossibile trovare un posto da Bleve o Trimani all’ora del lunch). E non solo nel wine-bar, ma anche nelle feste in casa (con sommelier d’obbligo) e perfino in libreria. Come quello di Angelo Signorelli, serenissimo libraio da quasi mezzo secolo, che in galleria Esedra, oltre ai soliti ponderosi saggi storico-filosofici, da un mese vende una sessantina di eitchette ben selezionate. Un successo: “Perché chi legge bene beve anche bene”.
Tutti d’accordo. Fin troppo, forse “Ormai essere esperti di vino è quasi un obbligo sociale. Uno status symbol” sorride una veterana come Lina Paolillo, sommelier dell’enoteca Ferrara. Ma che vogliamo farci? Da caput mundi Roma è ormai passata a caput vini ...

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su