02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Panorama

Storie di Vino - Siciliani di Gran Classe. Con i Tasca d’Almerita inizia un nuovo viaggio nella cultura del bere … Chissà com’era il vino di don Lucio e don Carmelo, i fratelli Tasca che nel 1830 comprarono il feudo di Regaleali, al confine della provincia di Palermo con quella di Caltanissetta. Parlava certamente un siciliano stretto, profondo da togliere il fiato, nobile ma ripiegato su se stesso come il vino di quella terra è stato fino a qualche decennio fa. Non so se i due fratelli Tasca, nella Sicilia pregattopardesca, fossero degli innovatori. Lo è stato certamente uno dei loro tanti pronipoti, che si chiama Lucio come il trisavolo e ha cambiato per primo faccia al vino siciliano. Per onorare il Sud, che in questo campo ha fatto passi più sorprendenti, comincio dalla Sicilia il mio viaggio quindicinale tra le grandi famiglie del vino e tra i vignaioli, anche di prima generazione, che hanno raggiunto i vertici dell’enologia nazionale. Tasca d’Almerita produce cinque vini bianchi, cinque rossi, un rosato e uno spumante. Parto da quest’ultimo. Si chiama Almerita e al suo ingresso in società stupì tutti per la classe straordinaria: coinvolse all’istante a cambiar partito una signora mia ospite ostinata nel rifiutare bollicine italiane. La linea dei bianchi è ben dosata: si va sul sicuro già con Villa Tasca e Regaleali, si sale col Leone d’Almerita e si raggiunge un ottimo punteggio col Nozze d’Oro, nato nell’85 per festeggiare quelle del conte Giuseppe Tasca: un vino bello, solido, pieno. La sperimentazione dello Chardonnay, considerata a suo tempo dai conservatori una stravaganza per nobili perditempo, ha prodotto un vino straordinario, indiscutibilmente nel gruppetto italiano di testa. Il prodotto della casa che mi ha di più entusiasmato è tuttavia il Cygnus, di cui tempo fa assaggiai l’anteprima 2001. Il Cabernet (un quarto) ammorbidisce il Nero d’Avola (tre quarti) e al tempo stesso gli fa indossare lo smoking. Risultato strepitoso. Segue nella mia personalissima classifica il Camastra 2000, in cui il Nero d’Avola sposa splendidamente il Merlot.
Questa è la grandezza dei Tasca; prendere un vitigno autoctono e vestirlo con estro. Ottimo, ma curiosamente anomalo, il Cabernet Sauvignon 2000: questo vitigno ha in genere suoni profondi, qui si sente una tromba, pur nobilissima, che fa pensare addirittura a un Amarone. Gli preferisco il magnifico Rosso del Conte della stessa annata che ha signorilità potente di un biondo d’origine normanna. Piacevole, ma di pretese ovviamente minori, il Regaleali rosso giovane. In conclusione, si potrebbero tenere in cantina soltanto i dodici vini dell’intera gamma Tasca e avere quello giusto per ogni occasione.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su