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Panorama

Storie di Vino - Così brindò Bellavista: Moretti, l’imprenditore che ha fatto il miracolo enologico italiano ... Mangiavamo riso, piselli e noci di capesante. Gualtiero Marchesi nascondeva dietro l’inarrivabile maschera di sorridente cinismo la soddisfazione, già maturata col carpaccio di scampi alla salsa di corallo e spinacini fritti.
Con l’antipasto avevamo aperto in allegria bevendo Gran Cuvée Satén. Ma è alla seconda bottiglia che saltai sulla sedia. Fu stappato un magnum del Bellavista Gran Cuvée Brut 99 e il salto di qualità fu strepitoso, del tutto sorprendente. Amo il Krug delle vecchie e buone annate. Bene, questo spumante di Franciacorta tra alcuni anni avrà una struttura e un blasone degni di competere con i maestri della grande casa di Reims. Eravamo a tavola all’Albereta, i relais messo in piedi dal patron di Bellavista. Vittorio Moretti, e affidato, per la cucina, al grande Gualtiero. Moretti è uno degli imprenditori che hanno fatto il miracolo enologico italiano. Nasce costruttore edile, ma non si accontenta di tirar su palazzine. Punta sui prefabbricati del vino, si costruisce una cantina, gli viene bene e mette il progetto a profitto. Adesso le costruisce anche per i concorrenti. All’inizio della sua attività enologica, l’amicizia con Gianni Brera gli affina il palato e l’animo: chiama come enologo Mattia Vezzola e nasce un amore che ha poche imitazioni nel settore. Bellavista produce ormai grandissimi spumanti, ma non mi sentirei di trascurare gli altri vini della casa. Col petto d’anatra al miele, al nostro tavolo, fu servito un Solesine del ’99. Lì per lì ebbi la sensazione che il Cabernet Sauvignon che ne rappresenta i quattro quinti stentasse a staccarsi in su la vetta. Ho riprovato giorni dopo con un’altra bottiglia e la sensazione è stata nettamente migliore: un gran lombardo solido e austero. Il Casotte, fatto con le magnifiche uve Pinot della casa, al mio palato è più nebbioso. L’Uccellanda è un Chardonnay di grande dignità, ma il mio cuore va al fratello maggiore del Convento della Santissima Annunciata, Chardonnay anch’esso ma che profuma d’incenso.

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