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Panorama

Storia di vino - E Cenerentola diventò regina
Montepulciano e Trebbiano: l’Abruzzo mobilita due vini poveri ... Al primo sorso dal Montepulciano d’Abruzzo di Edoardo Valentini mi torna in mente La figlia di Jorio del nostro (suo o mio) conterraneo Gabriele d’Annunzio. “Vuoi dormir settecent’anni/con la bella sonnacchiosa?”. Questo vino è unico e singolare, diverso da tutti gli altri che portano il suo nome, come unico e singolare è lo spigoloso vignaiolo che lo produce. E come il dramma di D’Annunzio racchiude in sé il fascino e i misteri dell’Abruzzo ancestrale. Ho assaggiato l’altro giorno una bottiglia a caso, era del ’95 e il mistero mi è di nuovo esploso nell’animo: chi sei, vino della mia terra, eppure a me eternamente sconosciuto? Bacio avvolgente, profondo e senza ritorno ... Valentini è un gentiluomo delle nobili colline pescaresi, quello che hanno il blasone di distinguersi dalla costa. Come tutte le persone di carattere, ne ha uno assai ruvido. E’ impossibile che una frase gli esca di bocca senza che da qualche parte vi sia nascosta una lama. L’oste o il bottegaio che non gli sono simpatici non avranno mai il suo vino. E lui detta legge perché la domanda è superiore all’offerta. Ma è tuttora capace di commuoversi. Come accade mesi fa quando per il premio alla carriera del Gambero Rosso la platea lo accolse con una standing ovation. Nell’86, anno del metanolo, andai ad Asti a tirare le prime somme della tragedia. Dissi che venivo da una regione (l’Abruzzo) ecologicamente poco vocata (chi avrebbe immaginato i miracoli del ventennio successivo?). E Vittorio Vallarino Gancia, che era il padrone di casa, mi freddò: “E’ il Trebbiano di Valentini?”. Dalla notte dei tempi è noto Valentini produce il miglior Trebbiano del mondo, contrastato da poco dall’altro abruzzese Masciarelli. Vino anch’esso unico e dal sapore misterioso, che m’azzardo a servire soltanto agli ospiti più esigenti e collaudati. Il Trebbiano sarebbe vino povero e infatti se ne trovano di ignobili in tante mense aziendali. Valentini 40 anni fa si è vestito da fata e circondato da pochi laboriosi topini gli ha cucito addosso l’abito da festa che fece di Cenerentola una principessa. Lo stupore del trebbiano nasce dalla sua straordinaria capacità d’invecchiamento. In Italia soltanto il veneto Pieropan e l’abruzzese Valentini riescono a tenere in piedi bianchi di 15 anni e di stupefacente freschezza. Resta da citare il terzo vino di casa. Il Cerasuolo prodotto da uve Montepulciano. E’ uno dei rari grandi rosati italiani, a me caro perché è il vino dell’infanzia enologica abruzzese. Anch’esso diverso dagli altri e non facile lettura. Come il suo fattore, lo spigoloso e genista Edoardo Valentini.

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